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20161116 VM trevisoA Treviso opera da anni un vivace gruppo, Venetofotografia, che cerca di proporre quest’arte tra la gente, interagendo con la città. Su questa falsariga nasce l’idea di accompagnare un ipotetico viandante lungo il tratto che dal Ponte San Martino arriva sino al P.U.T. passando davanti all’università e a Ponte Dante. Da svariate settimane chi percorre questo tratto di strada ha potuto godere delle foto esposte dai membri del gruppo, presentate da una mirabile introduzione di Chiara Pozzobon.

Dovrei ora approfondire la varietà di stili fotografici che si possono incontrare nel percorso, che vanno da foto di architettura a foto di reportage, da foto naturalistiche a foto di ritratto, e non solo… Purtroppo però, parlando con Paolo Pozzobon, uno dei fulcri di questa realtà culturale, scopro che nel primo tratto di questa passeggiata, quella che inizia proprio da Ponte San Martino, le foto sono state fisicamente eliminate da chi frequenta abitualmente quel territorio. E’ una zona dove pullulano giovani extracomunitari, per lo più di colore (ma non solo) e dove anche chi vi scrive si è sentito in forte disagio, a causa di queste presenze decisamente ostili. Quell'area di Treviso non appartiene più ai trevigiani e le regole, la pulizia, il rispetto del prossimo e delle sue cose, lì, semplicemente non valgono. In quei metri di passeggiata vigono altre regole imposte da queste persone, per lo più giovani. Venetofotografia dopo aver cercato di reintegrare le foto rovinate dai vandali ha dovuto cedere e, per decine di metri, la nobile idea di portare arte e bellezza lungo il Sile è stata impossibilitata.
Se in questo articolo invito a visionare le foto rimaste (vi sono dei lavori molto interessanti, il mio preferito è di Sergio Baseggio), la constatazione che rimane alla storia di quest’iniziativa è legata a come il Paese, e Treviso, stia cambiando sotto differenti colpi che ne modellano le caratteristiche. Da un lato chi difende il concetto di bellezza e cerca l’armonia fra tradizione, natura e modernità (vedi l’idea di posizionare le opere lungo il Sile proprio lì dove la città è nata). D’altro lato c’è l’arrivo di stranieri che stanno invadendo il nostro territorio e non nascondono il loro disagio esistenziale e la loro estraneità alla nostra cultura attraverso atti ostili, dimostrando il loro disprezzo per “noi” e la nostra città. Comunque sia la “fotografia” è un’arte recente, non solo per data di genesi ma, direi, anche perché solo da pochi anni nomi come Salgado, Newton e McCurry non sono considerati semplici fotografi ma artisti a tutto tondo.
Tra i tanti temi che non sono per nulla gestiti dalla classe politica italiana (e soprattutto europea) vi è quello dell’arrivo degli extracomunitari nel nostro continente. In questo articolo volevo scrivere di arte, ma sono costretto a scrivere anche di come chi ha dedicato tempo e risorse per darci la possibilità di godere della “bellezza”, abbia visto annullati parte dei propri sforzi. L’arte dev’esser uno stimolo intellettuale e deve fornire chiavi interrogative e interpretative della realtà. La vicenda delle foto devastate a Venetofotografia, centra perfettamente questi aspetti ed evidenzia come si stia vivendo, anche a Treviso, una realtà in cambiamento, dove non sempre ciò che è nuovo è sinonimo di “migliore”, anzi...
Ricordiamocelo quando andremo a votare il 4 dicembre!

Mirco Venzo, Treviso 16/11/2016 #qzone
Foto Giorgio Grassato con cellulare

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