Venerdì 31 marzo presso la Pasticceria 300 (V.le Monfenera 22/3 – a due passi dalle mura di Treviso) si è svolto il secondo salottino artistico. Ospite della coordinatrice Fabiola Grollo la pittrice Monja Schiavon. Il salottino artistico è un momento in cui oltre ad approfondire temi legati alla pittura, e nella fattispecie quella dell’ospite proposto, ci si ritrova per dialogare di arte e non solo di arte, se si considera l’arte come rappresentazione di idee e o più sinteticamente della vita. Questo è accaduto anche venerdì, non senza la complicità del padrone di casa Giuseppe Zamparo Savian che da sempre, mi confidava, ama creare gruppi di dialogo e di approfondimento.
La pittura di Monja è caratterizzata da un importante uso del colore, molte sue tele hanno tinte sgargianti, che trasmettono l’energia, ci raccontava, che lei si sente dentro. Tutta la sua pittura, afferma, nasce da dentro, e lei si limita a portarla fuori. Non tutti i quadri però sfoderano colori vivaci, altri hanno come colore prioritario il nero che nella visione della pittrice rappresenta l’inconscio. Le tele paiono all'osservatore una molto diversa dall’altra questo o per la scelta cromatica o per il tipo di soggetto proposto o per la modalità di costruzione dell'immagine. Personalmente sono rimasto favorevolmente colpito della forte sensualità che molte figure femminili sanno trasmettere. Una sensualità che pur molto spiccata è sempre presentata con assoluta eleganza.
In altre opere invece la fa da padrona l’abbondanza di elementi, la ricchezza di dettagli. Spesso sono presenti nei quadri elementi di tipo esoterico e simboli che si rifanno ad una tradizione alchemica di arcana memoria.
Descriverli diventa quindi difficile e l’invito che faccio è di fermarsi in Pasticceria magari per degustare un bignè al cioccolato, una delle specialità del locale, per osservare di persona i lavori e decidere personalmente quale si predilige cercando di intravvedere anche un “perché” la sclta cade u un'opera piuttosto che nell'altra. Ogni lavoro, ci spiegava Monja, è frutto di una sorta di visione, è un regalo che lei capta dal cosmo e ripropone con foga nella tela. I suoi quadri di solito vengono prodotti di getto nel giro di due o tre giorni, quasi si trattasse di uno sfogo, di un’esigenza impellente. Spesso dipinge di notte e la cosa anziché togliere lei energie è come se gliele restituisse.
Sovente, mi raccontava il Giuseppe il pasticcere, chi si ferma nel suo locale si lascia scappare un commento, sempre lusinghiero, chi su un’opera, chi su un’altra. Quel che mi si vuol dire è che mai l’utente del bar rimane indifferente a questo tipo di pittura che colpisce.
La serata in pasticceria è stata particolarmente piacevole, merito oltre che della coordinatrice, Fabiola e del suo compagno Nicola Salvemini, anche dell’artista e delle sue amicizie. Si è parlato di vari argomenti, interrogandoci su cos’è il talento e come si riconosce. Marzia ha posto il tema di perché con buona frequenza è nei momenti di tristezza che nascono le opere d’arte, mentre quando si è felici spesso questo non accade. Ogni ospite ha dato il suo contributo e alla fine dell’ottimo prosecco ha messo tutti d’accordo. Il salottino artistico è una delle iniziative poste in essere dalla Compagnia Artistica ArteScalza che anche il prossimo week end (8-9 Aprile) è impegnata con la prima Fiera del Fantarealismo presso il Best Western Premier BHR Treviso Hotel di Quinto, lungo la strada Castellana.
Mirco Venzo, Treviso 04/04/2017 #qzone
Foto gentilmente concessa da Stefano Pauli