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20170706 VM fracchiaLa morte cancella tutto e il defunto è vivo solo nella mente di chi lo ricorda, sino a quando il tempo cancella o i ricordi dei testimoni, o i testimoni stessi. E’ così per molti, la stragrande maggioranza di noi tutti, ma qualcuno evita quest’oblio. Vi sono persone che lasciano tracce indelebili, uomini politici, filosofi, letterati e vengono ricordati per molto tempo dopo il loro passaggio; se non loro vengono ricordati alcuni fatti da loro causati o alcune idee… Se pensate ai grandi attori italiani, o agli intellettuali di spicco, difficilmente vi verrà in mente Paolo Villaggio, che alla fine ha legato il suo nome a personaggi quali Giandomenico Fracchia e soprattutto al Rag.Ugo Fantozzi, interpretazioni anche antipatiche, irritanti a una buona parte del pubblico.

In questo articolo cercherò di spiegare perché, almeno a me, queste caricature piacevano poco e perché mi sono ricreduto al punto tale da ritenere Paolo Villaggio un intellettuale di spicco, un uomo che ha segnato la Storia in cui ho vissuto, fornendomi strumenti per comprenderla, cosa che solo ora inizio a fare.

La parodia di Ugo Fantozzi rappresenta con puntualità una figura, quella che formava la media classe sociale italiana, ovvero il mio mondo, il piccolo borghese. Ieri mi son rivisto alcune scene di Fantozzi contro tutti (1980) e dopo poche battute avevo già riconosciuto la fotografia di un’Italia che non c’è più. Mi son ritrovato a constatare che quell’immagine di società veniva scattata mentre il mio Paese stava modificandosi, andando dove si trova ora: alla deriva. Un esempio? La prima scena del film descrive la grande azienda, quell’azienda che le scelte politiche di quegli anni favorivano a discapito delle piccole/medie attività produttive. Apro una parentesi, da poco, mentre si giravano le pellicole di Fantozzi, s’era deciso che l’industria automobilistica non dovesse essere suddivisa in più firme e le varie Lancia, Alfa Romeo, Abarth, Maserati, Ferrari, finirono fagocitate dalla F.I.A.T. che oggi sappiamo essere scappata all’estero carica di Know How e di contributi a perdere, che sono poi soldi di tutti noi.

Di quelle scelte politiche tra i responsabili ricordiamo Romano Prodi, Carlo Azeglio Ciampi e Beniamino Andreatta (rif 1) ma non è questo il momento di approfondire questa storia, quanto come, mentre l’Italia politica andava a favorire ed osannare la grande impresa privata, Paolo Villaggio, mezzo il suo Fantozzi, evidenziasse le assurdità che prosperano anche nella grande azienda privata, quando ancor oggi in tanti si accaniscono contro “i carozzoni pubblici”. Già il teatro in cui si muovono gli attori, riletto a decenni di distanza, pare a me significativo per le ragioni sopra esposte. Ed in questo teatro, sono le prime scene del film succitato, che cosa fanno gli attori?  Alcuni impiegati sono intenti a giocare a ping pong, altrove c’era il Geom. Filini dedito al bricolage, v’era chi giocava a scacchi…

In bella sintesi tutti cercavano di ingannare il tempo, evitando logicamente di farlo lavorando, in attesa dell’unico momento importante della giornata: l’arrivo delle 17,00, orario d’uscita! Oggi il Mainstream ci bombarda con il concetto che le aziende pubbliche sono mal gestite, che gli statali sono perditempo, che bisogna far gestire i servizi e ogni altra cosa ai privati; bene nel 1980 Paolo Villaggio dipingeva con una precisione fotografica quella grande impresa, ed il quadro, come si evince, è sconfortante. Esagerava per esigenze comiche lo sceneggiatore? In parte certo che sì, ma io in una grande azienda, non delle dimensioni di quella fantozziana (a proposito di immortalità, questo aggettivo si trova nel vocabolario della Treccani, rif 2) ho lavorato, e ricordo che durante l’orario di lavoro ripresi il mio collega che si stava compilando la dichiarazione dei redditi, a conferma che la descrizione di Villaggio un profondo radicamento nella realtà l’aveva. Per non parlare del mio responsabile (molto ben pagato) che usava l’auto aziendale per andare, durante l’orario di lavoro, logicamente, a vedere come procedevano i lavori della casa che si stava costruendo. Sono scene meno comiche di quelle descritte nel film, ma nella sostanza non troppo diverse.

I tornei aziendali, che io in prima persona mi attivavo a creare, sono poi quelli descritti da Villaggio nelle sue pellicole, con tanto di infortunati ad ogni manifestazione, slogati, ingessati e via discorrendo, e tutto quest'organizzazione si faceva, sia chiaro, durante l’orario di lavoro, come ogni lavoratore di una grande azienda sa. E vengo quindi al dunque, la macchietta di Ugo Fantozzi descrive la realtà, caricandola, ma centrandone l’essenza.

E chi sono il Rag. Ugo Fantozzi o il Geom. Filini o la neppure troppo avvenente Signora Silvani per cui "sbava" una buona fetta dell’azienda? Eravamo io, e i miei colleghi, la piccola borghesia italiana. La grande fetta della società italiana di allora, che poi in termini elettorali erano voti decisivi, e vedrò poi di spiegare perchè anche quest'aspetto è importante. Ed andiamo alla seconda scena del film parlante dei problemi di quella società, problemi su cui oggi dovremmo riflettere: come e dove trascorrere le vacanze di Natale?

Cari lettori, ma vi ricordate delle vacanze di Natale? Tutti coloro che lavoravano, ad esclusione di una piccola fetta di persone, avevano il problema di che cosa fare a Natale, veglione dell’ultimo dell’anno incluso, dove spendere quei soldi che c’eravamo guadagnati. Oggi al contrario Natale è un giorno come un altro, non ci sono soldi da spendere e per moltissimi lavoratori manco c’è la festa, sempre più commessi, guardiani notturni e camerieri sono al lavoro anche in quel giorno, senza per altro esser iperpagati come accadeva ai pochi che in quegli anni sacrificavano la festività. Disoccupazione e compressione dei salari, questo è lo scenario odierno per la gran fetta della società italiana, ben lontano dai tempi in cui a Natale il problema era dove andare a sciare. L’origine di tutto questo?

E’ sempre Fantozzi che ce lo spiega, (Fantozzi subisce ancora – 1983) nel dialogo in cui la moglie Pina cerca di interrompere il digiuno del marito generato dall'accanito studio cui ha dedicato alcuni giorni, per comprendere la politica nazionale. (rif 3) “Sono due giorni che non mangi, Ugo” – “Pina, se io sbaglio il voto, questa volta va a finire che non mangio e non mangiate per una decina d’anni…!”.

Molti analisti politici ritengono gli anni ottanta gli anni in cui la classe politica ha modificato la traiettoria del loro operato (1981 separazione Banca d’Italia / Ministero del Tesoro – rif 4) e mentre questo accadeva che cosa faceva l’elettorato? Cercavano di raccapezzarsi dedicando (forse Villaggio in questa scena è stato troppo generoso nei confronti dei suoi concittadini) due giorni di “Full –immersion” per capire come votare, tanto per esser chiaro, a quel tempo io votavo scheda nulla.

l risultato è una delle scene più importanti del cinema italiano, dalla cabina elettorale si sente lo scroscio di uno sciacquone. Ecco la risposta dei piccoli borghesi ai problemi politici. Se come già scritto io ero uno di essi, i miei colleghi non erano da meno: di politica non si interessava nessuno al contrario tutti erano concentrati a stabilire dove trascorrere le varie vacanze e a vincere i tornei aziendali. I colleghi più intraprendenti cercavano di “cuccare” una delle centraliniste, più avvenente e apparentemente disponibile, di altre: la ns Signora Silvani. Queste erano le nostre priorità, fedelmente narrate da Villaggio mentre ironizzava sulla grande impresa privata e sui suoi dipendenti.

Ed il risultato oggi che scrivo è, fonte Repubblica (rif 5) che in Italia ci sono otto milioni di poveri, di cui quattro e mezzo vivono in condizione di povertà assoluta. I lavoratori di buona cultura non capirono che cosa votare e la previsione che Villaggio mise in bocca al suo personaggio, il Rag. Ugo, si è avverata ed il dramma di che cosa mangiare, e ci vorranno lustri prima di risolverlo, è attualità, anche se pochi ricordano la pellicola e le profezie di Paolo Villaggio. Ad inizio articolo scrivevo che Fantozzi è antipatico a molti, e la ragione è che esagera i nostri difetti e i nostri limiti.

I miei limiti! Negli anni ottanta anch’io, diplomato ragioniere, mi disinteressavo di politica e oggi al contrario, cerco di raccapezzarmi, al pari di Fantozzi, con grave ritardo perché nel frattempo non sono più un piccolo borghese ma sono uno dei numeri indicati da Repubblica. Devo riconoscere che Paolo Villaggio aveva fatto qualcosa di profondo mentre ci faceva ridere, ci aveva dato strumenti per comprendere la realtà e per poterla modificare, se solo avessimo colto il suo messaggio, io da buon "piccolo Fantozzi" pensavo aver una nuvoletta di sfiga sopra la testa, ed ora invece scopro che la nuvoletta ce l'abbiamo in molti, tutto il cielo è coperto di nuvoloni neri sopra ogni cittadino italiano (e non solo) e la colpa è di noi elettori che non sappiamo fare il nostro dovere.

La soluzione alla situazione attuale? La si deve rintracciare in un altro personaggio di Villaggio, ancora più fastidioso di Fantozzi: Giandomenico Fracchia. Fracchia è sempre pronto a piegarsi di fronte al potente di turno, è senza colonna vertebrale, praticamente un verme. Quando hai una popolazione con queste caratteristiche è facile per il “Potere” gestire le sue trame ed allora la soluzione è agire in modo opposto a quello del povero Fracchia. Bisogna alzarsi caricando il corpo su una solida spina dorsale, e guardare negli occhi chi ci sta di fronte e non rotolare come gomitoli di fronte al'autorità. Bisogna recuperare dignità, quella che Villaggio poco riconosce a noi italiani e forse, ecco perché lo ritengo un intellettuale che avevo sottovalutato, ha ragione lui. Un paese di Fracchia, Fantozzi e Filini, non ha via d’uscita e l’unica è riderci sopra, anche se si tratta di un riso amaro perchè la fine è quella del noto ragioniere: sempre e solo insoddisfazioni, mentre il potente di turno, gongola.

Mirco Venzo, Treviso 04/07/2017 #qzone

http://qzone.it/index.php/q-themes/mirco-venzo/120-mattarella-ciampi-o-salvini
Rif 1 https://www.youtube.com/watch?v...
Rif 2 http://www.treccani.it/vocabolario/...
Rif 3 https://www.youtube.com/watch?v...
Rif 4 http://qzone.it/index.php/q-theme...
rif 5 http://www.repubblica.it/economia/...

Ringrazio del contributo anche Matteo Saudino che ha dato supporto con il suo video alle mie analisi, pur se il filosofo ha idee  forse differenti dalle mie e magari non condividerebbe quanto io ho scritto. Ecco la sua visione dell’artista Villaggio (Vedi riferimento). Credo anch'essa meriti la Vs attenzione.
(Rif https://www.youtube.com/watch?v=lbf-5P8rIUg)

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