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20170923 VM Malthus3Mi ricollego agli articoli postati in precedenza (rif. 1 e 2 ) dove il pastore anglicano Thomas Robert Malthus agli inizi del 1800 poneva l’accento sulla propensione umana a moltiplicarsi. L’eccessiva crescita demografica avrebbe, prevedeva il religioso, creato problemi economico e sociali. Chi lo contesta parte da una semplice considerazione: dal miliardo e mezzo di persone che popolavano il pianeta ai suoi tempi, siamo oggi arrivati a sette miliardi e mezzo, e la ricchezza è aumentata sia verticalmente che orizzontalmente. Una veloce ricerca su internet (rif.3) afferma che al mondo stanno correndo circa un miliardo e duecento milioni di auto.  Ai tempi di Malthus un bene così importante, come l’automobile, non se lo poteva permettere neppure la Regina Vittoria, l’essere più potente (e in un certo senso anche ricco) del pianeta, mentre oggi che vi scrivo, quasi lo stesso numero di abitanti contemporanei al predicatore possono permettersene uno.

La trappola malthusiana non è scattata, e la fiducia nelle scienze e nella tecnologia di Godwin e Condorcet, i pensatori contro cui Malthus aveva scritto il suo primo saggio, ad oggi hanno avuto ragione. La trappola malthusiana s'è inceppata proprio perché scienze e tecnologia hanno aiutato l’uomo a superare la povertà, e il processo capitalistico che in quegli anni si andava a sviluppare, hanno favorito l’espandersi di questi fenomeni. È forse giunto il momento di riflettere però sulle previsioni del pastore, attualizzando le sue idee alle evidenze odierne. Il clima sta cambiando, sono molti gli studiosi ad attribuire questo fatto all’azione umana, azione promossa dal capitalismo, che a sua volta trae linfa dalla crescita demografica ed espansionistica.

Recentemente ho scritto sulla relazione che legò i Moriori ai Maori e circa le riflessioni di J. Diamond che ritiene l’avvento dell’agricoltura come un processo espansionistico interconnesso e all’uso delle armi. La guerra è funzionale al capitalismo, sintetizzando, o forse anche distorcendo, le idee dell’antropologo; non ho letto tutta la sua opera. Rimane il fatto che la comunità Moriori dimostrò come il controllo delle nascite predicato da Malthus non solo è possibile, ma è efficace sia per il benessere della comunità tutta, sia per una relazione armonica tra uomini e ambiente circostante.

Ed allora, vien spontaneo chiedersi, perché le idee di Malthus sono poco diffuse e per lo più criticate anche oggi? Mi permetto di avanzare un’ipotesi, proprio in virtù delle due equazioni che reggono il capitalismo, la legge della domanda e dell’offerta e la famosa equazione che spesso riporto all’attenzione dei lettori: Y = f (K, L). Il reddito è distribuito tra chi fornisce il capitale e chi fornisce forza lavoro. Inevitabilmente, se la popolazione umana cresce, si crea una pressione sull’offerta di lavoro che farà diminuire il prezzo con cui si pone nel mercato. E se paghi poco il lavoro, a beneficiarne sarà il capitale. La nostra equazione non lascia scampo a riguardo, o hai la botte piena o la moglie ubriaca.

Aggiungo dell’altro, e come mai il mondo religioso non si è mai schierato in difesa di Malthus? Forse, è una mia ipotesi, perché le religioni hanno bisogno degli affamati, sono loro che si inginocchiano più facilmente, spinti dalla disperazione a cercare salvezza e speranza nel Cielo; il benessere, e questa potrebbe essere un’evidenza condivisa o rigettata dal lettore, pare non aver favorito la diffusione della fede che in molti ritengono in crisi dall’avvento del capitalismo. Avverso al capitalismo vi è il pensiero socialista, il quale predicava la rivoluzione. Chi doveva porla in essere? La massa di sfruttati sottopagati o disoccupati che rimaneva ai margini del processo economico. E come fai ad avere disponibile questo esercito se arresti il naturale processo di crescita demografica?

Non ce l’hai, quindi per il socialismo (e la rivoluzione) la crescita demografica è funzionale, anzi, dirò di più, è basilare. Riassumiamo quindi le varie posizioni, il controllo delle nascite è un ostacolo sia al capitalismo (ed ai capitalisti) sia al mondo religioso, sia a chi  si rifà alla cultura marxista. Rimangono in piedi i rappresentanti di una nuova falange: gli ecologisti, quelli che ci dicono si deve tutti abbandonare il consumo di carne per favorire il benessere del pianeta, ad esempio. Questi non li so capire. Perché alterare gli usi e i costumi alimentari dell’Homo sapiens sapiens, frutto di millenni di adattamento e non limitarsi a controllare il numero delle nascite? I Moriori (che si cibavano di carne di uccelli, di foca e di pesce, e non solo di erbette locali) ci hanno insegnato prima di venir estinti dalla violenza dei loro consanguinei Maori, che la ricetta malthusiana, il controllo delle nascite, funziona. Eppure nessuno pare volerla prendere in considerazione.

Per finire ricordo la posizione sul tema di Albino Bordieri, uno degli attivisti dell'ex Movimento 5 Stelle di Treviso e coerente praticante di dieta vegetariana. Ricordava questo seguace di democrazia economica (rif. 4) che il controllo delle nascite avviene naturalmente (vedi caso italiano) quando si arriva ad un certo livello avanzato, e di cultura/istruzione e di benessere economico. In bella sostanza la trappola malthusiana si è arrestata anche causa questa evidenza che ci rimanda all'equazione di cui sopra e alla corretta remunerazione del lavoro, a discapito del capitale. Gli spunti lanciati dal pensatore al vivace dialogo del suo tempo paiono a me interessanti anche oggi e lascio al lettore valutare come inserirsi nel dibattito. Chiudo scusandomi con chi si interessa di economia, i contributi al pensiero economico forniti dal pastore furono anche di altra natura, ma ricordarli ora renderebbe pesante la serie di articoli che ritengo già sufficientemente corposa.

Mirco Venzo, Treviso 15/09/2017 #qzone

Le informazioni sopra riportate fanno riferimento agli appunti di Storia del pensiero economico presi durante le lezioni di Umberto Meoli, autore del libro Lineamenti di Storia delle idee economiche (UTET) e dal primo volume di Heris Denis Storia del pensiero economico versione italiana de Il Saggiatore 1968.


rif. 1 http://www.qzone.it/index.php/q-economy/345-...
rif. 2 http://www.qzone.it/index.php/q-economy/346-...
rif. 3 http://www.lettera43.it/it/articoli/sport/2015/06/...
rif. 4 http://www.democraziaeconomica.it/

 

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