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20171107 VM Leopoldo IIPrima di questa serie di articoli devo esternare delle anticipazioni. La prima è informare il lettore che nel secondo articolo andrò a raccontare dettagli che sconsigliano la lettura ai minori di 18 anni. Racconti orribili che però ritengo doveroso riportare. La seconda: Lester C. Turow, nel suo libro intitolato Il futuro del Capitalismo, ad un certo punto afferma più o meno che c’è un'esigenza umana per cui il mercato non sa esprimere nessun bene o servizio che la possa appagare. È la sete di potere. Chi è avvezzo a tale disturbo (ma già queste sono parole mie e non più dell’economista) non potrà mai dire “ne ho abbastanza”; al contrario per quanto denaro riesca a racimolare, denaro che è strumento di potere, questo sarà sempre poco. Questi articoli confermano una volta in più che l’affermazione dell'economista del M.I.T. è corretta, e per questo lo ricordiamo ora che non c'è più.

L’ultima precisazione riguarda una disputa che coinvolse gli economisti della metà dell'Ottocento, quando l’economia si proponeva di diventare una scienza. C’era chi sosteneva che un buon economista deve soltanto essere un economista, ovvero deve limitarsi a fare delle affermazioni rimanendo dentro il suo ambito e lasciare ad altre discipline, quali la politica, la filosofia e la morale (quindi forse la religione) lo spazio per considerazioni “accessorie”. Badi bene il lettore che si tratta di un tema attuale: a Mario Monti venne chiesto se si sentiva responsabile dell’incredibile aumento di suicidi che avvennero nel nostro Paese a diretta conseguenza della distruzione industrale provocata dalle sue decisioni. Replicò che aveva solo cercato di rimettere i conti a posto e che eventuali responsabilità, caso mai, erano da imputarsi alla mala gestione politica dei governi precedenti (rif. 1). Della serie io ho fatto solo il mio dovere, come lo fece il pilota che sganciò la bomba su Hiroshima. Chiaro esempio di un economista che fa “solo” l’economista. Spero che il lettore alla fine degli articoli concordi con la mia visione che l’economia non è solo una fredda disciplina, ma entra nelle vite degli uomini e un buon economista non è mai solo un economista. Fine dell’introduzione.

Nel 1865 Leopoldo II (Léopold Louis Philippe Marie Victor de Saxe Cobourg-Gotha- rif. 2) succede al padre nella guida del Belgio. Il documentario cui ho tratto molte informazioni da me riportate (rif. 3) gli attribuisce la seguente frase a ridosso della sua investitura: “La mia ambizione è rendere il Belgio più grande, più forte e più bello”. Siamo in pieno periodo coloniale e il sovrano si sente povero senza nessuna colonia. Si attiva per reperire territori in Asia, dove però i suoi sforzi risultano vani, in particolare il tentativo di impadronirsi delle Filippine, allora territorio spagnolo, rimane frustrato per la mancanza di fondi e deve così ripiegare su territori africani.

La conferenza di Berlino del 1884/85, dove sedevano i rappresentanti di dodici paesi europei più gli Stati Uniti e Turchia (allora Impero Ottomano), riconobbe la sovranità di Leopoldo sul territorio scoperto dall'esploratore Henry Morton Stanley. Il risultato fu lo Stato Libero del Congo (più tardi Congo Belga, poi Zaire, ed oggi Repubblica Democratica del Congo), che Leopoldo fu libero di controllare come un dominio personale, avulso dal Belgio di cui era sovrano. Il controllo del Belgio sul Congo avverrà in un secondo momento, ovvero a partire dal 1908 quando da Libero Stato del Congo diventerà Congo Belga.

Nel 1885 un decreto stabilisce che le terre vacanti (del Congo, ndr) sono proprietà dello Stato (ovvero di Leopoldo II visto che il Parlamento belga non gestirà nulla sino ad inizio XX sec.), nel 1892 si stabilisce che tutti i prodotti della foresta sono proprietà dello Stato e gli indigeni non possono sfruttare le risorse per uso personale. Così in un batter d’occhio Leopoldo II priva gli africani di tutte le loro ricchezze trasformando il Congo in un grande campo di lavori forzati […]”
In precedenti articoli ho già affrontato il tema di come le leggi favoriscano i sistemi economici (rif. 4/5/6), in Congo ne abbiamo un altro bell' esempio: la proprietà privata è divenuta tale per un’azione legale, ovvero la conferenza di Berlino dove si è riconosciuto legittimo che quel territorio fosse gestito dal sovrano belga, quando era palesemente degli africani. Tra l’altro le organizzazioni tribali non hanno il concetto di proprietà privata e quindi la foresta, che Leopoldo II fece diventare una sua proprietà, ed in quanto tale nessuno aveva più il diritto di prelevare nulla senza il suo consenso, da che mondo è mondo, era a disposizione di tutti. Ogni essere vivente, animale o vegetale, e tra gli animali ci mettiamo pure la scimmia senza peli, può goderne dei benefici, contendendoseli con ogni altro essere vivente. Ora, a seguito della decisione concordata dai rappresentati europei, tutto quel verde territorio, di dimensioni multiple rispetto al Belgio, diventava regno privato di Leopoldo II palesando un furto verso ogni abitante di quella terra.

Voglio ora esprimere una mia sensazione: tanta magnanimità degli europei verso il regnante belga si giustifica con la sensazione che quei territori, particolarmente inospitali per quei tempi, fossero di scarsa utilità. Avessero immaginato quali ricchezze celavano quelle terre, ancor oggi oggetto di contendere, molto probabilmente non avrebbero assegnato a Leopoldo quel succulento boccone tagliato dal secondo fiume del continente per estensione (secondo solo al Nilo) e per portata d'acqua secondo nel pianeta al solo Rio delle Amazzoni.

In un primo momento lo sfruttamento della nuova proprietà da parte del sovrano belga si limita al legname e all’avorio, quando non comprende che il mercato internazionale ha nuova esigenza. Nel 1887 lo scozzese John Boyd Dunlop, chirurgo veterinario (ed inventore), mette a punto il primo pneumatico applicandolo alle ruote del triciclo di suo figlio: nasce l’industria della gomma. Questa sostanza verrà solo successivamente prodotta dagli idrocarburi, in origine si ricavava da prodotti vegetali, quali la Hevea brasiliensis che verrà in seguito coltivata anche in Asia, pur essendo lei originaria della foresta amazzonica e la Cryptostegia grandiflora che invece cresce spontaneamente nella proprietà africana di Leopoldo II.

Per arricchirsi il sovrano deve solo raccogliere la maggior quantità possibile di caucciù, al costo più basso, e venderla ai mercati internazionali. Scrivevo sopra che le leggi vengono imposte con la forza e a questo servono i 16.000 uomini armati di fucili automatici prodotti in Belgio (la Force Publique) che in breve andranno ad imporre il volere del sovrano ad ogni abitante di quelle terre. Di questo esercito, la Force Publique e della sua correlazione con la questione della gomma parlerò nel prossimo articolo. Anticipo comunque l’esito della trilogia: quest’uomo, che mai mise piede nella sua proprietà africana, diventerà uno dei più ricchi del pianeta.

Mirco Venzo, Treviso, 06/11/2017 #qzone
Foto recuperata nella rete

Rif. 1 http://www.corriere.it/economia/12_maggio_08...
Rif. 2 https://it.wikipedia.org/wiki/Leopoldo_II_del_Bel...
Rif. 3 https://www.youtube.com/watch?v=VgRxPQ11x...
Rif. 4 http://www.qzone.it/index.php/q-economy/75-p...
Rif. 5 http://www.qzone.it/index.php/q-economy/72-l-...
Rif. 6 http://www.qzone.it/index.php/q-themes/mirco-...

 

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