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20171113 VM Congo3La storia del Congo e di re Leopoldo II offre molti spunti di riflessione. In precedenti articoli ho ricordato come la ricchezza, in economia, sia funzione di due fattori produttivi, il lavoro (L) ed il capitale (K).(Rif. 1/2) Una volta in più si è dimostrato come ci si arricchisce, sia rubando il capitale (il Congo non era di Leopoldo II, è stata una decisione politica concretizzatasi nella Conferenza di Berlino nel 1885 ad assegnargli quel territorio), sia pagando il meno possibile il lavoro (niente nel caso narrato). Singolare osservare che a margine della nostra storia vi è anche una figura molto brillante, alludo a quel John Dunlop che inventò il pneumatico, a lui sì dobbiamo riconoscenza. Bene, a quanto letto costui non si arricchì più di tanto, a conferma che per far soldi, per realizzare profitto personale il sistema migliore era, e rimane, rimane agire come spiegato.

È interessante notare altresì come il modello del liberismo economico, quello che oggi va per la maggiore e che vede l'egoismo e l'avidità come una forza propositiva (le pagine scritte in precedenza non credo difettino di queste "virtù" rif. 3/4) alla fine fanno l'interesse di tutta la collettività. La mano invisibile del mercato sa come devono essere ricompensati i singoli protagonisti del sistema economico e alla fine ognuno ha in base ai suoi meriti, alle sue capacità, e tutti sono felici.

Come visto, parlare di felicità nel caso dei congolesi mi pare azzardato. Non meglio stettero i caporali locali e gli altri mercenari della Force Publique. Persino l’inventore del pneumatico non fece soldi a palate, lui che ebbe un’idea davvero importante per tutti noi. Semplicemente la mano invisibile non si vede perché non c’è, come non ci sono i presunti risultati divini che le si attribuiscono. Peraltro va ricordato che tutto il modello liberista si basa su un’ipocrisia di fondo, che nella nostra storia appare credo chiaramente. Il liberismo non vuole nessuna intromissione dello Stato nelle cose economiche, come avvenne nel caso di Leopoldo II. Lui non ostacolò minimamente il processo che avviò nel suo territorio, nella sua proprietà. Lo Stato fu assente, però fu un’azione riconducibile a chi ha funzione di Stato ad avviare tutto il circolo che gli permette di arricchirsi: l’assegnazione dei territori a lui e non ad altri.

E qui si innesta una riflessione che ci riporta all’attualità: Francia e Germania furono le potenze europee che maggiormente vollero la Conferenza di Berlino a fine XIX secolo al cui tavolo sedevano molti altri paesi europei e due extra europei, gli Stati Uniti e l’Impero Ottomano (oggi Turchia). Anche allora le decisioni prese vennero avallate da motivazioni umanitarie e ideologiche. Leopoldo II veniva riconosciuto come un filantropo che portava in quei territori sperduti la civiltà. È una retorica che mi ricorda da vicino l’attualità, oggi la Comunità Europea ci viene presentata come portatrice di pace, fratellanza e libertà, quando in Italia un’azienda su quattro è stata libera di fallire e non parliamo di cosa sta accadendo al popolo greco. (rif. 5)

Oggi come allora i fatti salienti vengono occultati, nascosti, non menzionati ed allora come ora l’attacco al "progetto europeo” pare arrivi dall’Inghilterra. Mi riferisco alla Brexit nei tempi moderni e alla campagna di vergogna che la stampa britannica pose in essere grazie a penne come quella di Joseph Conrad in quella fine di secolo. Accordi come il CETA sono stati approvati, sempre, a parole, per l'interesse del popolo, ma la sensazione è che queste organizzazioni internazionali e questi accordi transnazionali alla fine favoriscano singoli individui più che la moltitudine. (rif. 6). Ed è ancora il Congo e quasi tutta la popolazione africana a restituirmi questa certezza. (rif. 7). L’ONU è presente quasi ovunque dove ci siano situazioni sensibili, (rif. 8) ed organizzazioni quali l’UNICEF e la FAO da decenni stanno ottenendo un nulla di fatto. Al contrario situazioni come quelle descritte ad inizio secolo, bambini soldato arruolati dopo esser stati strappati alle famiglie, mutilazioni di mani, piedi, peni e mammelle sono ancora posti in essere. (rif. 9)

Il macete rimane uno dei simboli dell’Africa attuale, il coltellaccio usato per mozzare, evirare e decapitare. Allora come oggi, i minerali di cui l’Africa è ricca sono la sola ragione che giustifica la presenza dell’uomo bianco in quei territori. Il silenzio su questi fenomeni, che oggi mentre scrivo si stanno perpetuando, mi lascia sorpreso. Dall’Africa partono a migliaia i disperati in cerca di fortuna quando il continente più ricco, ancora oggi, è proprio quello da cui se ne vanno. La sensazione è che la causa della loro sventura sia proprio la presenza di queste ricchezze e, non dimentichiamolo, la presenza dell’uomo bianco, colui che si ritiene un’etnia e una cultura di razza superiore.

Mirco Venzo, Treviso 10/11/2017 #qzone

rif. 1 http://www.qzone.it/index.php/q-themes/mirco-venzo/338-ciro-moriori-e-maori-3-3
rif. 2 http://www.qzone.it/index.php/q-economy/193-trippe-e-schioppettino-destra-o-sinistra
rif. 3 http://www.qzone.it/index.php/q-economy/368-leopoldo-ii-ed-il-congo-1-3
rif. 4 http://www.qzone.it/index.php/q-economy/369-leopoldo-ii-ed-il-congo-2-3
rif. 5 http://www.qzone.it/index.php/q-themes/mirco-venzo/185-il-pacco-natalizio-ai-pensionati-grecireci
rif. 6 http://www.qzone.it/index.php/q-themes/marco-fascina/320-ceta-un-compromesso-che-sacrifica-la-nostra-agricoltura
rif. 7 https://www.youtube.com/watch?v=66O_HMkZNBw
rif. 8 https://www.youtube.com/watch?v=zELwYTwnE_I
rif. 9 https://www.youtube.com/watch?v=TSXw83TiXn0

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