Manca poco a Natale e non ho preparato quasi nulla. Nella mente abbandono i pensieri che in questi giorni, per tradizione, dovrebbero interrogarmi con più insistenza: la povertà le guerre e tutte le miserie umane, compreso il consumismo e le sue varianti. Mi sento addosso l'incapacità di trovare soluzioni. Non ho nessuna voglia di aprire scatoloni, riesumare gingilli e infinite cose ingombranti. Ogni  volta pensando già al dopo, a quando verrà il momento di togliere tutto, che è sempre stata un'incombenza mia. 

Poi è arrivata la nostalgia e, per non darle ulteriore motivo di esistere, mi sono detta che c'è ancora il  tempo sufficiente. Qualche segno di Natale è necessario per noi, per la famiglia. E così sono uscita a raccogliere rami di alberi. Ho scelto l'abete per il verde, mischiato con altri completamente spogli ma ben movimentati. Messi in un grande vaso, diventano belli tenendosi uniti. Aggiungo alcune sfere leggerissime di vetro soffiato, blu trasparente, rosso, oro... un tocco di magia. Lo ammetto, mi sono lasciata incantare da un mercatino dell'inutile. Non può mancare un piccolo presepe, questa volta arriva da molto lontano. Non c'entra con la Palestina, lo so. Una sacra famiglia dai sorrisi improbabili, in compagnia di animali tipici delle Ande che non sono l'asino e il bue. Forse l'ho comprato immaginando i viaggi che non ho mai fatto, o per tutte le mani di artisti sconosciuti che meriterebbero un posto d'onore.
Mi sono allontanata dalla frenesia delle strade, però mancano alcuni regali da offrire alle persone che sento più vicine. Piano piano rinasce l'entusiasmo della festa. Accendo musica per migliorare la creatività, così inizio a preparare biscotti. La mia ricetta segreta, con ingredienti semplici non particolarmente natalizi. Uno di questi, importantissimo, è l'amore: se manca, il risultato finale ne risente parecchio. Tutta la casa profuma di dolce, e di attesa. Sono contenta, ancora una volta il Natale è salvo.

Daniela Grassato - 23 dicembre 2016 #qzone
Foto Daniela Grassato