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20170517 MZ Mamme
O tu …
Che te ne stai da sempre
rigida ed immota, sopra la nuvola
delle tue false convinzioni.

Mio grande incerto esempio
delle certezze umane
Come ti sei sbagliata
mentre forgiavi l’argilla  molle
delle mie forme !

Non ti ho obbedita.

Sono andata oltre il confine
della tua favola …
e non potevo crederti a parole.

Era il tremito sottile
della tua voce
era la morsa fragile delle tue dita
sulla mia mano
L’alone tiepido, confuso, del tuo sguardo
che mi circondava.

E la paura orribile
d’assistere i miei primi solitari
avventurosi passi.
Eppure non t’avrei lasciata
con il cuore.

O tu..
Com’era arduo
seguirti in questo volteggiare
quando parlavi
e non era mai ciò che volevi dire.

Ma c’era la cascata dirompente
del tuo amore
La forza sovrumana, innaturale
che non hai mai lasciato andare
libera da argini e pastoie
ad alleviare la mia arsura.

Come fa male ardere di sete
accanto a un fiume.

 

Monica Zuccato, 09 Aprile 1997 #qzone
Foto scelta dall'autrice rilevata dal web.

Negli anni della malattia, e furono molti, mia madre visse con l'eterno terrore di perdermi e non era un'eventualità tanto remota dato che, almeno in un paio di circostanze, ho sfiorato la morte per un pelo. Nella mia infanzia lei aveva immaginato per me cento progetti positivi e si ritrovò improvvisamente a dover fare i conti con qualcosa di imprevisto, non controllabile e, soprattutto, senza soluzioni. Ma non si è mai arresa ed ha lottato con me fino a vincere la battaglia, anche se non sempre ha capito le mie ragioni. In quegli anni il nostro rapporto fu difficilissimo e fatto di odio profondo e di amore incondizionato. Di questo si parla nelle righe che le ho dedicato.

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