E’ vuoto adesso
lo spazio che occupavi.
Sono adirata, padre
perché non mi parli.
In vita
le parole tra noi erano dure pietre
se comunicavamo.
Ti cerco.
Sempre.
Dimentico le voci del passato
volano via i ricordi
come foglie secche
si sfocano i colori di vecchie foto
di te giovane.
E annaspo, in questa lotta
assurda
per trovarti.
Non ti sento
e mi stringe l’anima il terrore
di perdere
anche l’ultimo soffio
di te.
Monica Zuccato, 2017
"E' una poesia dedicata a mio padre. Sono riflessioni che ho fatto sulla memoria umana sulla constatazione che i tratti e i ricordi delle persone scomparse con il tempo si sfocano, irrimediabilmente, e assumono contorni indefiniti.
E' normale che ciò accada ma fa soffrire rendersi conto che il cuore e la mente umana sono custodi di memorie soggette ad "usura", proprio come le cose terrene.
La foto a corredo della poesia è presa dalla rete e mi sembra rispecchi ciò che volevo esprimere".