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20170212 MF Illiade"Scusè creature, se un strazzo de toso, un pulzin, che gnancora ga butà zo el scorzo del so vovo, el vien a romperve i timpani co sti pochi de versi scriti in t’ el lenguagio imparà da so siora mare. Ma cossa voleu far? Condanà a studiar sempre a modo dei altri, me xe vegnuo vogia de studiar qualcossa a modo mio; e me go messo a sbufonar i Dei e i Eroi de Omero". Con queste parole, il 1° dicembre 1872, Luigi De Giorgi introduceva la sua traduzione in veneziano dell’Illiade. Per completezza riporto l’inizio dell’Illiade nella traduzione di Monti e di De Giorgi.

 

Traduzione di Vincenzo Monti                                                                          

"Cantami, o Diva, del Pelìde Achille
l'ira funesta che infiniti addusse lutti agli Achei,
molte anzi tempo all'Orco generose travolse alme d'eroi,
e di cani e d'augelli orrido pasto lor salme abbandonò
(così di Giove l'alto consiglio s'adempìa),
da quando primamente disgiunse aspra contesa
il re de' prodi Atride e il divo Achille."

Traduzione di Luigi De Giorgi

Contime vià, Caliope, quela bile,
che ha ciapà el semidio Pelide Achile,

Tanto fatal per i infelici Achei,
Ga fato andar al Orco a mile a mile;
E i Greghi, co dolori e piangistei,
Chè pur tropo cussì el gran re dei Dei
El gaveva za belo e destinà
Co Achile e Agamenon ga barufà.

Con tutto il rispetto per Monti, preferisco quella del De Giorgi, perché trovo che il verbo “barufare” sia molto più chiaro e immediato della “primamente disgiunse aspra contesa”. Ho sempre sostenuto che l’Iliade fosse “’na barufa durante ‘na guera”, in sostanza è il racconto delle conseguenze di una “barufa par ‘na femena” tra Achille e Agamennone durante la guerra di Troia. Esempi simili li troviamo ai giorni nostri, ad esempio nella “barufa” tra il Governo italiano e la Commissione Europea sullo sforamento dello 0,2% del deficit. Una disputa che ci impedisce di vedere la vera guerra in atto a livello europeo.

Irlanda e Lussemburgo, ad esempio, violano impunemente le regole europee sulla concorrenza, attuando una politica fiscale di favore a discapito degli altri paesi membri, senza che nessuno apra bocca, magari ha qualche relazione con il lussemburghese Juncker.

La Germania viola sistematicamente la norma che proibisce ad un paese di accumulare un attivo delle partite correnti sopra il 6% (è al 9%), sfora del 3% il parametro, non dello 0,2%, ma Bruxelles tace. I paesi dell’Europa centrale per non riempirsi di clandestini, hanno violato le regole sulla libera circolazione.

La Francia sfora regolarmente il 3% del deficit, ma ha un trattamento diverso rispetto all’Italia.

La stessa BCE lascia che Deutsche Bank valuti i titoli tossici che ha in pancia come vuole, e non secondo i criteri che valgono per le altre banche, italiane per esempio.

A questo punto scusè creature, se un strazzo de toso, un pulzin, che gnancora ga butà zo el scorzo del so vovo, el vien a romperve i timpani co ste robe, ma a me mi sembra che le regole europee non le rispetti nessuno. A questo punto ho deciso di mandare un mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. , con il seguente testo:

“Caro Presidente, Irlanda e Lussemburgo, violano impunemente le regole europee sulla concorrenza, attuando una politica fiscale di favore a discapito degli altri paesi membri, senza che nessuno apra bocca, magari ha qualche relazione con il lussemburghese Juncker. La Germania viola sistematicamente la norma che proibisce ad un paese di accumulare un attivo delle partite correnti sopra il 6% (è al 9%), sfora del 3% il parametro, non dello 0,2%, ma Bruxelles tace. I paesi dell’Europa centrale per non riempirsi di clandestini, hanno violato le regole sulla libera circolazione. La Francia sfora regolarmente il 3% del deficit, ma ha un trattamento diverso rispetto all’Italia. La stessa BCE lascia che Deutsche Bank valuti i titoli tossici che ha in pancia come vuole, e non secondo i criteri che valgono per le altre banche, italiane per esempio. Adesso Basta.”

 Marco Fascina

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