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20170301 MF Tab2Avete ragione a rimproverarmi, non bisogna usare un linguaggio scurrile, però, se qualcuno mi spiega la differenza tra fake news e balle, gli/le sarò grato in eterno. I giornali hanno dato ampio risalto allo studio Mediobanca che ipotizzava una svalutazione della futura lira del 30% in caso di uscita dall’euro, ma pochissimi hanno riportato lo studio dall’Ofce, l’Osservatorio francese della congiuntura economica, dove il direttore della ricerca è l’economista Jean-Paul Fitoussi, uno che non è certamente “buseta e boton” con la Le Pen, tanto meno con Salvini, forse con Grillo. In questo studio, di Cédric Durand dell’università Paris 13 e di Sébastien Villemot di Sciences Po, dal titolo “Bilanci del dopo Unione Monetaria Europea: una valutazione del rischio di ridenominazione”, emerge che in caso di uscita dall’euro l’Italia sarebbe il Paese con meno problemi.

La nuova Liretta addirittura, dopo un periodo di assestamento, si rivaluterebbe dell’1%, si avete letto bene, non svaluterebbe del 30% ma rivaluterebbe dell’1%, e la gestione del debito pubblico non sarebbe a rischio! Parafrasando il mitico Asterix: “Sono proprio pazzi questi francesi”. Lo studio prende in considerazione il cosiddetto rischio di ridenominazione in tre settori: governo e banca centrale; società finanziarie; società non finanziarie e famiglie. Come emerge dalla foto l’Italia è l’unico paese che non corre nessun rischio sui tre settori, meglio anche della Germania che ha un rischio basso nei settori società finanziarie e società non finanziarie e famiglie. Per usare un termine calcistico un bel triplete. Ma vediamo cosa succederebbe ai tassi di cambio in casi di rottura della zona euro: vi riporto la tabella 5 dello studio.

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La tabella è semplice da leggere, le percentuali con il segno meno indicano monete che si svalutano rispetto all’euro, quelle positive si rivalutano. La bistrattata liretta si svaluterebbe del 13% rispetto al Marco (14%-1%), ma si rivaluterebbe del 12% rispetto al Franco francese (-11%-1%), la Francia rispetto alla Germania svaluterebbe del 26% (-12%-14%), sorpresa? Per quelli che non si sono bevuti le fake news degli euristi assolutamente no. Il motivo è semplice i paesi che svalutano hanno un saldo delle partite correnti negativo, quelli che rivalutano hanno un saldo delle partite correnti positivo, l’Italia ha le partite correnti in sostanziale equilibrio. I tassi di cambio non sono influenzati dal debito pubblico ma dal saldo delle partite correnti. Possiamo ragionevolmente sostenere che un’uscita dall’euro comporterebbe una svalutazione rispetto al marco, e una sostanziale stabilità rispetto al dollaro, quindi la benzina non andrebbe alle stelle, e diventeremo più competitivi rispetto alla Germania, il nostro principale concorrente.

Naturalmente andare a farsi una canna ad Amsterdam ci costerà il 14% in più, in compenso diventeranno vantaggiose Parigi, Madrid, Lisbona, e vivremo da nababbi nelle isole greche. Naturalmente il rapporto dice molte più cose, e tutte estremamente positive per noi, adesso mi limito a sfanculare i terroristi della svalutazione. Per chi vuole verificare quello che ho detto il rapporto lo trovate qui: “Balance Sheets after the EMU: an Assessment of the Redenomination Risk“, cioè “Bilanci del dopo Unione Monetaria Europea: una valutazione del rischio di ridenominazione”.

Marco Fascina

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