Un interessante articolo dell’economista francese Jacques Sapir, sulle elezioni in Francia, propone una ripartizione dei partecipanti alla Presidenza, tra candidati del passato e candidati del futuro. In un’epoca dove le vecchie categorie politiche sembrano aver perso senso, questa differenziazione può risultare utile anche per noi. Secondo Sapir “Les hommes du chômage et du passé” (gli uomini della disoccupazione e del passato) sono: François Fillon che, a prescindere dagli scandali, è l’apostolo di una politica di estrema austerità e di tagli ai servizi pubblici. Questa politica è già stata da lui applicata nel 2011, alla vigilia delle elezioni presidenziali del 2012 . Elle a provoqué un accroissement instantané de 300 000 chômeurs, se si considera che gli strascichi di questa politica si sono protratti fino al 2013 si parla di un aumento totale di 500.000 disoccupati. Immaginatevi la disoccupazione se vincesse le elezioni.
Emmanuel Macron, se faisant le candidat de l’Ubérisation de la société, è curioso come il candidato che afferma di essere il più “moderno”, quello che esalta le virtù di ciò che definisce “l’economia digitale”, sia in realtà un candidato del passato. Secondo Sapir, Macron oltre ad utilizzare un linguaggio moderno per proporre soluzioni riconducibili alla società degli inizi del secolo scorso, è un vero campione del passato, protagonista della disastrosa politica attuata durante gli ultimi cinque anni, sia come consigliere di Hollande che come ministro di Manuel Valls. Questa politica dal febbraio 2013 fino all’inizio del nuovo anno, ha aggiunto 400.000 nuovi disoccupati a quelli lasciati dal duo Sarkozy-Fillon.
Des candidats d’avenir? (I candidati del futuro?)
Sapir usa prudentemente l’interrogativo, qui abbiamo un: destra sinistra.
Secondo Sapir è incontestabile che una grande parte dei “dimenticati” dalle politiche del governo, delle vittime della “globalizzazione”, tende a votare per Marine Le Pen, ed è sorprendente come questo movimento populista abbia largamente ripreso le modalità e lo spirito del metodo democratico, e si caratterizzi per un livello molto basso di violenza, molto meno di quanto si possa trovare in certi gruppuscoli o venga propagandato.
Ma la sorpresa è l’esponente di sinistra Jean-Luc Mélenchon, anche in questo caso siamo di fronte a un movimento che raccoglie i voti degli esclusi e dei perdenti della globalizzazione, un movimento chiaramente populista. Per Sapir Mélenchon ha già superato nei sondaggi Fillon, e starebbe raggiungendo Macron. Si potrebbe profilare una sfida a due Le Pen vs Mélenchon.
Marine Le Pen e Jean-Luc Mélenchon rappresentano due diverse versioni di un programma sovranista che si sta affermando oggi, nonostante la propaganda contraria, come culturalmente dominante. I loro programmi, secondo l’economista francese, hanno delle contraddizioni, ma in ogni caso rappresentano il futuro rispetto alle ricette fallimentari filo europeiste del duo Fillon, Macron. Riusciranno la Le Pen e Mélencon a proporre un sovranismo aperto, per esempio quel sovranismo aperto sancito dagli articoli economici della nostra Costituzione, quel modello economico-sociale che ha portato l’Italia da paese agricolo al settimo posto tra i paesi industrializzati? Vedremo. A noi italiani può essere utile questa ripartizione passato/futuro per scegliere chi ci governerà, perché: forse anche noi andremo a votare, prima o poi.
Marco Fascina