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20171015 MF populismoIn un contesto in cui tutti si qualificano come argine contro il populismo, annuncio il mio coming out of the closet (lett. uscire dal guardaroba), figurativamente uscire allo scoperto. Esco allo scoperto: sono un populista, però, però, però….. Populismo deriva dall'inglese populism, una traduzione del russo: narodničestvo, un movimento politico e culturale di fine ottocento che mirava a riscattare la dignità delle comunità rurali russe. Originariamente aveva un significato preciso, rappresentava quella posizione ideologica e politica che considerava il popolo come il principale depositario di valori morali e culturali positivi, in opposizione a istituzioni e poteri elitari. Come molti movimenti del suo tempo, il populista prevedeva l’emancipazione delle classi diseredate attraverso l’azione rivoluzionaria, culminata nell’assassinio dello zar Alessandro II nel 1881.

La sconfitta e la repressione del movimento populista ci ha lasciato in eredita il significato attuale “atteggiamento ideologico che, sulla base di principi e programmi genericamente ispirati al socialismo, esalta in modo demagogico e velleitario il popolo come depositario di valori totalmente positivi”. Siccome la storia la scrive chi vince, il termine populista dal suo significato originario positivo è passato ad un significato derivato negativo. Però, però però..., la nostra Costituzione afferma che “la sovranità appartiene al popolo”, recupera il significato originario, quindi è in odor di populismo, siccome sono uno strenuo difensore della Costituzione, ergo: sono un populista. Devo arrendermi all’evidenza, mi conforta la compagnia di altri populisti come, Piero Gobetti, Antonio Gramsci, Guido Calogero, Giuseppe Dossetti, Giuseppe Di Vittorio, Lelio Basso. Gli ultimi tre protagonisti attivi della Costituzione.

Inoltre, per colpa del populista Gramsci ho scoperto di essere anche Idiota. La scoperta è dovuta all’articolo pubblicato da Gramsci il 17 gennaio 1917 (ricorre il centenario) sull’edizione torinese dell’Avanti “Cadaveri e idioti”. Al canzonatorio atteggiamento del Corriere della Sera, che per deliziare i suoi lettori definiva “socialismo: analfabeti di tutto il mondo unitevi, perinde ac idiotus (come un solo idiota, traduzione ad uso dei nostri soci)”, Gramsci rispondeva: Idiota: parola nobilissima di origine greca. Idiota significa prima di tutto soldato semplice, soldato che non ha nessun gallone. Significa in seguito: chi pensa con la propria testa, chi è proprio, chi non si è ancora assoggettato alla disciplina sociale vigente. Quando questa mancanza di disciplina all’ordinamento sociale diventa una colpa, la parola incomincia ad assumere un significato offensivo. Ma in sé e per sé non racchiude nessuna offesa. Ha un significato sociale, non individuale. Idiota è chi è diverso, chi pensa e parla diversamente dalla maggioranza….” Nell’articolo Gramsci accomuna idiota alla parola nefando: “parola altrettanto nobile, di origine latina. Significa: chi parla come la divinità ha proibito di parlare, chi fa affermazioni proibite dalla legge. Due parole che hanno un valore prettamente democratico dal punto di vista sociale. ….

Idioti e nefandi erano pertanto quelli che non credevano all’efficacia taumaturgica delle frasi fatte, dell’«Iddio l’ha detto», del «la patria lo vuole», del «le leggi imperscrutabili che guidano l’umanità dicono», ecc., e pertanto operavano e parlavano con la loro testa, sbagliando talvolta senza dubbio, ma pronti a riconoscere lo sbaglio e a correggerlo, lieti se riuscivano a raggiungere un fine anche minuscolo, purché, anche nella sua piccolezza, fosse raggiunto con mezzi loro propri, fosse figlio delle loro opere e non della loro supina obbedienza alla volontà degli altri. …… Che si contrappongono al cadaver dei gesuiti, al «credo quantunque sia assurdo, anzi appunto perché assurdo» [credo quia absurdum], all’ipse dixit (l’ho detto…, e basta, traduzione per i nostri soci) e a tutte le altre formule del pecorile asservimento alla verità rivelata, …)”. Come non ricondurre a queste parole gli attuali “l’Euro è irreversibile”, “ce lo chiede l’Europa”, o il teologico “dio mercato”, le nuove verità rivelate del terzo millennio?

Anche come idiota sono in buona compagnia, Socrate era un soldato semplice dell’esercito greco, con il nefando vizio di pensare con la propria testa. Sino ad oggi ero un populista e un idiota nefando a mia insaputa, da oggi lo sono consapevolmente, vista la compagnia, me ne farò una ragione.

Marco Fascina

L’intero articolo cadaveri e idioti lo travate qui. http://gondrano.blogspot.it/2014/12/cadaveri-e-idioti.html

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