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20170302 VM abruzzeseSperavo il cappuccino me lo facesse l’avvenente ragazza della reception, ed invece si è presentato questo giovane dall’accento meridionale. Io: “Guardi che rimarrò seduto un bel po qui, sto aspettando che la mia amica termini di sciare… Intanto mi leggo sto libro”. Lui: “E’ di cosa parla quel libro?”. “Di economia, (Salvare il Capitalismo dai capitalisti di Luigi Zingales ndr) lei di dov’è originario?”. “Sono abruzzese…”. “Caspita, una terra che negli ultimi anni ne ha viste di cotte e di crude, e lei di cosa si occupa”. “Si, una terra martoriata. Io sono biologo, e non amo l’economia e neppure la politica. Ho una visione molto negativa dell’umanità, penso che tra trent’anni saremo tutti estinti, o almeno lo saremo per metà… Ci elimineremo da soli, o nella peggiore delle ipotesi avveleneremo l’ambiente in cui viviamo allungando la nostra agonia. Ma non voglio rovinarle la giornata con i mie pensieri che sono estremi…”.

“Al contrario, sono curioso di sapere invece che cosa pensano i giovani. Sa, a me, statistiche alla mano, rimangono da vivere una ventina d’anni, lei ha una vita di fronte, una famiglia da realizzare, quindi che cosa accadrà al mondo e all’umanità interessa più a lei che a me. E mi dica come pensa di risolvere questa cosa?”. “Non lo so, non mi piacciono le dinamiche economiche e ancor meno mi piace la politica…”. La sintesi del suo discorso è semplice, non crede nella politica come mezzo per cambiare le cose e non si riconosce in nessun partito tra quelli in Parlamento (cosa che ci accomuna rif 1, nota finale), non gli interessa l’economia pur esternando una serie di feroci critiche agli imprenditori che portano le aziende fuori dall’Italia e pagano poco i dipendenti, entrando in contraddizione con la sua affermazione: l’opera e le dinamiche degli imprenditori sono azioni economiche. Nel prosieguo del dialogo è poi emerso che per lui l’immigrazione non influenza le dinamiche del lavoro e tutti devono essere liberi di andare dove vogliono. L’idea di steccati e confini non la condivide affatto.

Questo giovane sa produrre l’olio d’oliva, ha lavorato con un vecchio contadino che lo portava al frantoio ed è pure un artigiano che sa lavorare il legno. Voleva aprire un suo punto di produzione, ma capisce che l’IKEA asfalterebbe le sue velleità di successo, la gente non ha soldi e si troverebbe costretta ad acquistare mobili di qualità scadente piuttosto che i suoi più solidi e ben fatti (evidentemente ritiene di esser una persona capace). Mi ha parlato del fermo pesca che in Adriatico dura solo tre mesi, quando un gamberetto per diventare adulto necessita di svariati anni, facendomi capire che per lui sta cosa è una farsa. Ho chiesto lui che fine fa il suo gamberetto se esce dal suo territorio e lui mi ha confermato mezzo un eloquente silenzio che farebbe una brutta fine.
Al che gli ho fatto notare che lo stesso capita agli umani. Chi va in territori non suoi alla fine, se fa una brutta fine, segue le logiche del suo gamberetto. Ho poi cercato di attirare la sua attenzione sul perché vi sono milioni di persone che sono costrette ad andarsene dal proprio territorio, al contrario del suo gamberetto.

Ho cercato di far comprendere a questo giovane che il problema torna ad essere politico ed economico, quella politica e quell’economia di cui lui afferma non essere interessato, ma di cui però mi parla quando parla di lavoro, immigrazione e remunerazioni, di leggi… (anche a tutela dell’ambiente). Gli immigrati fanno la fine del suo gamberetto quando si sposta dal suo habitat, o vengono eliminati, o eliminano chi occupava quel posto prima della loro venuta. Se questi verbi paiono estremi trattando di esseri umani, non lo paiono affatto quando si parla di specie animali, ed è la terminologia utilizzata dal giovane biologo. Ed il biologo abruzzese sa che quando una specie animale entra in territorio non suo delle alterazioni agli equilibri tra le varie specie sono inevitabili e spesso risultano drammatiche per alcune di esse. Il barista sa anche e meglio di altri, grazie al suo bagaglio di studi, che noi umani alla fine siamo solo essere degli animali.

Questo ha reso interessante il nostro scambio di idee anche se alla fine mi ha molto scosso questo dialogo perché il ragazzo in questione pare persona studiata, curiosa, capace e volenterosa. Non so quanti giovani oggi sappiano parlarmi di un gamberetto, sappiano realizzare dei mobili o sappiano fare l’olio e nel contempo vanno a cercarsi un lavoro a 600 km da casa come camerieri, contradicendo chi da loro dei "choosy" o dei "bamboccioni". E però un giovane ricco di tali qualità si dichiara pessimista e negativo, e non pare aver voglia di cambiar nulla. E se i giovani non voglion cambiar nulla, nulla andrà a cambiare, anche perchè io stesso, come lui, mi ritrovo ad esser avvolto da un pessimismo estremo e non vedo una via d'uscita. Io stesso mi ritrovo a leggere Zingales che pure ha iniziato il suo libro con una frase che mi è indigesta “il libero mercato è di sinistra”. E' una frase che contesto e l'ho fatto pure in alcuni miei articoli (rif 2 / 3) e però a ben guardare tutte le conoscenze che ho acquisito circa le cose politiche e quelle economiche a cosa hanno approdato?

Dopo aver letto anche il libro di Zingales, l’ennesimo, che cosa posso fare? A chi gliene parlo quando anche chi ha studiato economia se abbozzo a questi temi, mi replica “…Mirco, per favore!” implorandomi di cambiare argomento?  Meglio era se avessi dialogato con quella splendida ragazza della reception che è sparita chissà dove. A Forno di Zoldo la giornata era splendida, la mia amica ha sciato serenamente e si è goduta l’aperitivo che le ho offerto nel baretto di legno massiccio incastonato nel paesaggio innevato, dove le magnifiche montagne del luogo ci stavano, imperiose, ad ignorare.

Mirco Venzo, Forno di Zoldo 20/02/2017 #qzone
Foto Laura Osgualdo

rif 1 http://qzone.it/index.php/q-themes/mirco-venzo/226-il-ceta-e-qua-tallali-trallala
rif 2 http://qzone.it/index.php/q-economy/193-trippe-e-schioppettino-destra-o-sinistra
rif 3 http://qzone.it/index.php/q-economy/214-pd-ed-europa-cenni

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