La fonte di quest’articolo, autorevole, è il programma televisivo PresaDiretta del 13 marzo 2017 (rif. 1) condotto da Riccardo Iacona, a coordinare il servizio Ciao Maschio è Lisa Iotti. “Noi siamo tutti programmati per essere di sesso femminile” afferma il prestigioso endocrinologo Richard Sharpe “… diventare maschio significa modificare questo programma. È il cromosoma Y che permette la creazione dei testicoli (sostituendoli alle ovaie) i quali a loro volta producono tra gli altri ormoni il testosterone, basilare per rendere "maschio” l’individuo. Quello che stiamo vedendo è che il percorso di sviluppo attivato dal testosterone non sta più funzionando correttamente. Cosa impedisce a questo processo di realizzarsi come dovrebbe"? (Rif. 2). In Danimarca, presso il Dipartimento di crescita e riproduzione si raccolgono documenti e si studiano casi dove adolescenti maschi vedono spuntare i seni sul loro corpo. Nel filmato si vedono i petti di questi giovani generare delle mammelle.
Non mancano i casi dove il problema di una sessualità “ibrida” si riscontra ben prima dell’adolescenza, addirittura nei feti quando attraverso l'ecografia si dovrebbe stabilire se il nascituro sia maschio o femmina. È come se il percorso stabilito dall’ormone maschile (il testosterone) o da quelli femminili (gli estrogeni) non sia ancora stato designato. In altri casi, immediatamente dopo la nascita, si rileva ambiguità fra neonato maschio o femmina, quando il piccolo corpo è nella culla ed a decidere di che sesso sia sono gli attenti occhi di un medico che può con le mani divaricare le gambe del piccolo. "Sono casi estremi" ci dice Anders Juul, la punta di un iceberg, che stabiliscono le dimensioni del problema, la perdita di mascolinità che si sta rilevando in ogni maschio. Tecnicamente e in base alle statistiche, ogni maschio danese ha meno testosterone di quanto non ne avesse suo padre alla stessa età. Presso questo centro arrivano anche campioni di spermatozoi provenienti da altri paesi.
L’analisi al microscopio evidenzia come questi vettori di vita siano lenti e svogliati, inadatti a portare il loro bagaglio di geni dentro gli ovuli che attendono di essere fecondati. La drammaticità è legata al fatto che questi campioni sono stati prelevati da individui giovani e apparentemente sani, provenienti da differenti aree geografiche del mondo. La scoperta tanto sorprendente quanto negativa è legata anche al numero di spermatozoi rilevati nello sperma. Insomma, rispetto agli anni sessanta, se ho ben interpretato le parole dello specialista, il numero di spermatozoi è dimezzato nei maschi analizzati, e questi pochi spermatozoi sono anche pigri, inadatti a perpetuare il loro scopo. Tutto ciò pare essere un problema generalizzato geograficamente e non riconducibile ad un unico territorio (nazione). A Roma una clinica privata conferma a livello italiano questi dati; comprendo che la fecondazione assistita, sempre più diffusa, è generata anche da questo tipo di problemi. Una coppia su cinque deve farne uso, e anche qui il fenomeno pare generazionale, tali cifre sono triplicate, in Italia, in vent’anni. La crisi riguarda anche in questo caso soprattutto il maschio: Ermanno Greco, il direttore della clinica, afferma che su sette milioni di maschi italiani in età riproduttiva, circa un milione ha problemi di infertilità.
La cifra è ancora peggiore secondo Carlo Foresta dell’Università di Padova che afferma in Italia un uomo su tre è a rischio infertilità, precisando “…a diciotto anni!” (rif. 1 minuto 10,28’’). Niels E. Shakkebaek (danese, luminare del campo) si rese conto che qualcosa stava accadendo. A stimolare le sue riflessioni la scoperta che i casi di cancro ai testicoli stavano aumentando in modo anomalo, anche in Italia quando sino agli anni settanta avevamo dati molto bassi a riguardo. “Cancro ai testicoli ed infertilità sono due facce della stessa medaglia” afferma, evidentemente c’è qualcosa “nell’ambiente” che agisce in modo deleterio. È qualcosa che mangiamo? Che respiriamo? Con cui veniamo a contatto? E soprattutto, che cos’è che crea questi fenomeni? “Io sono convinto che la sterilità sia il più grande problema del mondo occidentale. Cosa può esserci di più grave del non potersi riprodurre? I politici devono iniziare a preoccuparsi di cosa accade anche dopo i quattro anni del loro mandato perché le conseguenze di tutto ciò non si vedono oggi, ma si vedranno tra due, tre generazioni…!"
Il programma parla ora degli interferenti endocrini, ovvero sostanze chimiche che alterano il funzionamento dei nostri ormoni. Gli ormoni sono importantissimi e agiscono su molti settori. Regolano il nostro stato d’animo, che cosa vogliamo mangiare e naturalmente i nostri gusti sessuali e la nostra capacità riproduttiva. La voglia di accoppiarsi e l’attrazione verso la partner viene avviata da queste sostanze e anche il processo che porta all’erezione ne è influenzato. L’azione degli ormoni è oggi destabilizzata da questi “interferenti”, sostanze esterne al nostro organismo che vi si infilano e che ingannano il nostro corpo, facendo ad esso credere di essere ormoni (e dettano così dei segnali errati) o in alternativa, inibiscono la capacità dell’organismo di produrre ormoni “corretti”. L’esito è che la macchina “corpo” è privata della guida chimica e questo spiegherebbe i disagi sopra descritti. Tra i responsabili di tutto ciò vengono sospettati gli ftalati (rif. 3), sostanze derivate dal petrolio, utilizzatissimi nell’industria da oltre cinquant’anni.
Negli animali è provata la loro azione dannosa principalmente nei soggetti maschi. Non entro nei dettagli di dove si trovano questi ftalati (la lista sarebbe lunghissima) e non mi vado ad impantanare su come sia spesso il mix di questi prodotti a disturbare l’organismo; nel video un esempio spiega che un bicchiere di vino, uno di birra o un digestivo presi singolarmente non creano particolari disturbi, ma se li ingerisce assieme l’uomo può andare in crisi, è il miscuglio che fa “saltare” l’equilibrio dell’organismo. Stessa cosa capita con queste sostanze che sono decine e si trovano ovunque, che si infilano nel nostro corpo attraverso ciò che mangiamo, beviamo, tocchiamo. È dimostrato che filtrano anche attraverso la pelle. Si trovano ad esempio nei cosmetici, anche tra quelli utilizzati sui neonati. Gli studi compiuti in Danimarca sostengono che le azioni delle donne incinte causano l'assorbimento di questi interferenti da parte dell'organismo, e di conseguenza il passaggio dalla madre al feto. Gli esiti sono stati sopra descritti. Fiorella Belpoggi dice che si parla di “femminilizzazione del maschio” ponendo l’obiettivo sugli analgesici, pure molto utilizzati dalle donne in gravidanza.
Questa femminilizzazione del maschio ha trovato triste riscontro anche in alcune misurazioni antropometriche sulle nuove generazioni da parte del prof. Foresta, docente all’Università di Padova: altezza, braccia, gambe, cassa toracica … e pene. I campioni sono duemila ragazzi dai 18 ai 19 anni. I giovani sono più alti perché le gambe sono più lunghe, le braccia sono più lunghe… ovvero stanno saltando le proporzioni. “Gli ormoni che determinano l’armonica crescita non hanno funzionato a dovere”…. La dimensione del pene a riposo di questi ragazzi (che stanno allungando gli arti) risulta di 9 millimetri (quasi un centimetro) più corto di quanto riportato in letteratura. Nel servizio della Iotti, diversi specialisti appartenenti a differenti nazioni concordano su un punto: qualcosa sta cambiando e sta mettendo in crisi la mascolinità. Numeri e misurazioni attestano questa evidenza. Alcuni animali in natura, alligatori, pesci, salamandre e orsi hanno subito questo processo di femminilizzazione o se preferite di confusione sessuale. Esperimenti in laboratorio realizzati sui topi hanno confermato che alcune sostanze alterano le dimensioni dell’apparato riproduttivo ed il normale funzionamento sessuale di chi è stato pervaso da questi interferenti.
La Comunità Europea è stata attivata da organizzazioni sensibili al tema, ma al momento normative che affrontano di petto la questione non paiono apparire all’orizzonte ed un elenco di quali sostanze siano dannose e vadano tolte dal mercato non esiste. Mi duole ricordare che quest’organismo non è eletto dal popolo e al contrario è riconducibile ai grandi gruppi industriali. A pensar male si fa peccato e io temo che le normative per individuare e controllare gli ftalati e altre sostanze sospette verranno varate solo quando questi gruppi avranno trovato come risolvere i loro problemi produttivi, meglio se la soluzione andrà a penalizzare altri loro concorrenti. Sino a quella data difficilmente si parlerà di questi temi e al contrario si minimizzerà il problema. Conclusione? Quando si dice che “gli uomini non son più quelli di una volta” ritenendoli peggiori sessualmente parlando rispetto a quelli delle precedenti generazioni, la medicina pare confermarlo, almeno a quanto ascoltato nel servizio fonte di quest’articolo. E non c’è da stare allegri, né se si è di sesso maschile, né se si è di quello femminile (se di gusti etero).
Mirco Venzo, Treviso 26/09/2017 #qzone
Rif. 1 https://vimeo.com/208708985
Rif. 2 https://youtu.be/ts2z4RI07bg
Rif. 3 https://it.wikipedia.org/wiki/F...