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20180306 VM trenoSul treno che porta a Venezia mi trovo con questi due signori, giovani, seppur non più giovanissimi, dal fisico curato. Frequentatori di palestra. Ben vestiti, seppur non eleganti. Operano nel campo della sicurezza. Ecco lo spezzone del discorso che uno dei due rivolge all’altro. Sono parafrasi che riassesto per come le ricordo “… e li le compagnie petrolifere prendono un pezzo di terra, lo recintano, e ti mettono assieme ad altri a controllare il territorio. La paga è buona, 6/8.000 dollari al mese. Ma sei isolato per tutto il periodo, ti danno l’alloggio e il cibo, ma sei li, non puoi andar mai via, sei segregato per mesi. Al caldo, condizioni climatiche difficili. Non ti puoi mai ammalare, non è ammessa la malattia, e poi, devi sparare alla gente. Se qualcuno entra nel recinto che tu controlli, gli spari e lo scaraventi fuori dal confine… - Non ho accettato l’incarico, sparare alla gente, io non me la sento…”.

Riflettevo su queste parole. Qui in Europa, in Italia specie ora sotto le elezioni, si parla di diritto, di leggi e regole che vanno osservate. La civiltà, a ben guardare è la creazione di regole, leggi “buone”, - dove il concetto del buono è soggettivo, ma mi passi il lettore la generalizzazione, - che sono rispettate. La situazione descritta sopra, che avevo già origliato precedentemente, e che avevo riassunto (rif. 1) è la massima espressione del modello liberista. Chi ha i soldi acquista un territorio dentro uno stato, lo recinta, e dentro quel territorio le leggi le fa lui. Non c’è dialogo, non c’è considerazione di valori e espressioni culturali, non si pssa per il Parlamento. Non c’è nulla di tutto ciò: quel territorio è diventato proprietà privata e li sei tu che decidi le regole, senza bisogno di un dibattito o di scriverle. Quando il militare, o paramilitare, - come lo posso chiamare quello sconosciuto italiano? – afferma che tu devi sparare a chi entra, stai arrogandoti il diritto di vita e di morte su degli sconosciuti di cui non sai nulla, non conosci le motivazione dell’invasione, insomma, è l’assenza completa del diritto. E’ una situazione simile a quella descritta da Matteo Busato nel suo articolo della Colombia (rif. 2) dove chi ha le armi si impossessa di tutto, in barba a una qualsivoglia legge. E’ la legge della giungla, la legge del più forte, il neoliberismo.

Ognuno a casa sua!” affermano molte persone, riferendosi al tema degli extracomunitari che sbarcano in Italia, e tanti problemi ci vanno a creare. Non faccio l’ipocrita, io sono tra questi. E però m’interrogo pure su quali sono le motivazioni che spingono gli stranieri a scappare da casa loro. Questi racconti, non documentati, sono storie senza conferme, chiacchiere raccolte in treno da persone che non conosco, magari sbruffoni, magari millantatori, hanno il pregio di suggerire chiavi di lettura interessanti. Chi sono quei ricchi occidentali (Americani? Europei?, ora forse cinesi) che recintano un lotto di terra e all’interno del filo spianto non vale nessuna legge? La ricchezza di quel territorio, andrà nel c/c di un paradiso fiscale di qualche magnate, facilmente uno degli otto personaggi che da soli accumulano metà della ricchezza del pianeta. (rif. 3)

E’ una risorsa che arricchisce l’Africa, quella estratta da quel territorio recintato e custodito dal mio dirimpettaio di treno (che poi quel lavoro non accettò)?Certo che no! Quella non è una situazione che trattiene gli africani nella loro terra, al contrario è una situazione che li spinge a cercare casa altrove, inseguendo alcuni bocconi di quella ricchezza che da casa loro è stata prelevata. E’ la parte mancante del racconto “Ognuno a casa sua…” dove i primi a rimanere a casa propria dovrebbero essere i distinti uomini bianchi di cui siamo parte. Io, come voi, come pure il militare che ha avuto la proposta di 6/8.000 dollari al mese, proposta che io per primo avrei accettato. Interrompo qui il riassunto dell’incontro e tengo in sospeso le conclusioni, che lascio siano formulate dal lettore. Conto di ilustrare anche le indiscrezioni del suo amico, che pure ha raccontato cose interessanti sull’Africa, quell’Africa che noi italiani non conosciamo.

Mirco Venzo, Venezia, 05/03/2018 #qzone
Foto d’archivio scattata nella stazione di Treviso.

Rif.1 http://www.qzone.it/index.php/q-shorts/31-shorts-venz...
Rif. 2 http://www.qzone.it/index.php/q-travels/408-viaggio-...
Rif. 3 http://www.qzone.it/index.php/q-economy/399-rapp...

 

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