Ieri la mia amica Laura mi ha portato a vedere la mostra organizzata da Marco Goldin a Vicenza: Van Gogh tra il grano e il cielo. Devo riconoscere che sono rimasto sorpreso dall’immagine che la mostra restituisce dell’artista olandese. Premetto che non ho particolari studi artistici alle spalle e che non ho letto le numerose ed ampie didascalie proposte nella mostra vicentina, quindi le riflessioni che seguono sono frutto del mio pensiero, magari ingenue per chi si cimenta nell’argomento, o addirittura errate, ma tant’è, su va Gogh si è scritto di tutto e di più, e se anch’io, che sono un fotografo, aggiungo una mia opinione credo non far danno a nessuno.
Nei primi disegni esposti la sorpresa nasce dalla ricchezza dei dettagli che l’artista sapeva esprimere: detto diversamente, i disegni del primo Van Gogh sono così ben fatti da sembrare delle fotografie. E qui, da buon fotografo mi sento tirato per la manica e da questa constatazione partono le seguenti riflessioni sulla mostra. Quali sono i soggetti che Van Gogh va a focalizzare? Di preferenza le persone umili con particolare attenzione per i lavoratori. Vincent da importanza, nei primi disegni esposti (e quadri) alla singolarità, all'unicità, alla personalità del soggetto; si percepisce anche la psicologia e lo stato d’animo di chi è rappresentato. In “Uomo che legge accanto al focolare” del 1881 è chiaro lo sforzo che il lettore (ovvero chi è disegnato) deve fare per mettere a fuoco i caratteri del testo, così come in “Donna che cuce e gatto” (ott/nov 1881) si nota l’attenzione che la donna pone nel suo lavoro, ma traspare anche una sua malinconia: i suoi crucci erano causati dai conti che non tornano o da pene d’amore?
Chissà… così come in “Donna seduta accanto alla stufa” (1882) si evidenzia lo sguardo del soggetto perso nel vuoto. La donna non ha obiettivi, non sa dove o che cosa mettere a fuoco, suscita in chi visiona il quadro la sensazione che colei che è ritratta non vede nessun futuro davanti a se. Le tetre informazioni che Van Gogh ci trasferisce mezzo le sue opere di quel periodo pare trovino conferma in “Donna sul letto di morte” (1883) dove il soggetto con gli occhi chiusi lascia intravedere una sorta si serenità, quasi Van Gogh volesse dire che per una parte della popolazione la pace si raggiunge solo dopo la vita. Le prime opere di Vincent quindi ci parlano di un artista capace di cogliere i dettagli, attento alla psicologia di chi rappresenta, dove i soggetti preferenziali, come detto, sono le persone comuni, sono il popolo, ma non è una massa anonima, al contrario, è un insieme di persone ognuna con una sua personalità, con una sua psicologia, e l'insieme di queste immagini, viste una affianco all'altra ci restituiscono anche paesaggio sociale ben descritto.
Sono tutti così i disegni e le opere di Van Gogh? No, la mostra ci fa vedere come l’attenzione dell’artista si sposti dalla psicologia del soggetto ad un tema più ampio, che è il lavoro. In alcuni quadri il protagonista dell’opera non è più il singolo, ma la sua categoria professionale, ed ecco il falegname, il tessitore, il seminatore... Non si riconosce più la psicologia del soggetto, che poteva essere raccontata, come abbiamo visto sapeva fare l’artista, ma volutamente il pittore ora tralascia i dettagli del viso per raccontare, per documentare, le professioni, i lavori, che sono quelli che producono i beni che arricchiscono la società. E circa in contemporanea, ci sono disegni che non parlano più delle singole professioni, ma proprio della durezza del lavoro. In questo caso si da importanza al gesto, sfuocando, si direbbe in fotografia, ciò che risulta superfluo alla narrazione, quale il volto del soggetto, spesso ripreso volutamente di spalle. Ecco che i disegni perdono dettagli e precisione e rimarcata è la schiena curva delle contadine piegate nei campi. Palese ai miei occhi risulta come il soggetto del opera non sia più la psicologia del singolo, ma l’azione, si parla del lavoro, o meglio della fatica che ammanta il lavoro delle persone umili, con particolare attenzione per i lavori dei contadini.
In questi anni i movimenti socialisti e le rivendicazioni operaie stanno crescendo e a quanto pare anche i pittori, o alcuni di essi, iniziano a mettere sotto i riflettori temi quali il lavoro, la fatica del lavoro e la miseria dei proletari, degli sfruttati. Van Gogh con le sue opere è sicuramente tra questi, anche se il suo percorso artistico non termina qui, scopre il colore e la sua espressione artistica evolve ulteriormente sino agli ultimi dipinti dove la cura dei dettagli che avevamo riconosciuto all’artista nelle prime opere esposte nella mostra, da me tanto apprezzata, lasciano spazio a delle descrizione dei paesaggi, dai campi di grano, del cielo con nuvole e vento, dove le pennellate sono nervose e il dipinto non dettaglia più ciò che circonda l’artista, ma piuttosto ciò che sente dentro di se. Nel dipinto dove i protagonisti apparenti sono gli ulivi, ad esempio, è chiaro che non si sta descrivendo un paesaggio esteriore, ma uno stato d’animo interiore, Van Gogh ha smesso di raccontare la fatica dei lavoratori attorno a se, ma sta cercando di esprimere il disagio e le sensazioni che ha dentro di se: la pittura e i soggetti diventano un pretesto per comunicare il suo stato d'animo. Sono le tele che a noi piacciono maggiormente perché l’artista usa l’energia del colore come solo lui ha saputo fare, per trasmetterci questi “messaggi”, ma ahinoi, sono pure le sue ultime opere. Quel disagio, quel malessere che ha cercato di esprimere attraverso le sue tele l'han portato all'estremo gesto conclusivo.
Ecco come ho interpretato la mostra che Goldin ha proposto a Vicenza e che il giorno 8 aprile termina. A mio avviso una gran mostra proprio perché ha saputo smuovere l’insieme delle riflessioni che avete letto, in una persona quale io sono, dal bagaglio di nozioni pittoriche limitato. Anzi, direi che il grande merito di questa mostra è il riuscire a spiegare anche a chi ha scarse conoscenze d’arte quale sia stata la grandezza e l’abilità dell'artista olandese, oltre che il suo percorso artistico che, come visto, non è certo risultato statico.
Mirco Venzo, Vicenza, 06/04/2018 qzone
Foto: Laura Osgualdo con il cellulare.