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20180503 VM CriLa rassegna di Reggio nell’Emilia, Fotografia Europea propone sempre le ricerche più innovative in campo fotografico, ma, sinora, non ha mai mancato di aprire almeno una finestra nel passato, proponendo una fotografia che definisco tradizionale, con nomi o rassegne di tutto rispetto. La figura di riferimento in tal senso, per il 2018, è Joel Meyerowitz che propone a Palazzo da Mosto (via Mari 7) 120 scatti a titolo Transitions, 1962 - 1981. I generi fotografici esposti spaziano su molti campi della fotografia, si va dal reportage, nel documentario in lingua inglese proposto in una delle sale, vi è la sua testimonianza fotografica (e le sue impressioni verbali) sul crollo delle Torri Gemelle dell’11 settembre, al ritratto. Si va dalle foto paesaggistiche che ricordano Luigi Ghirri o Gabriele Basilico, giusto per rifarci a nomi italiani, alla street photography.

Ed è soprattutto la street photografy a dare notorietà e prestigio al fotografo di New York, nato e cresciuto nel Bronx, che per primo cercò di cogliere la realtà della strada a colori, quando i suoi illustri predecessori preferivano il BN. Cosa caratterizza la foto di Joel? Anzitutto una composizione formale da ricordare Cartier Bresson: la sua foto spesso coglie situazioni dove molteplici sono i protagonisti ma sempre, ciononostante, è un’immagine ordinata, pur nella ricchezza di attori presenti. Molti sono gli scatti dove insita vi è l’ironia, come la donna che cammina apparentemente senza braccia (sono celate dalla giacca) quando dietro a lei due arti superiore di manichino sono ben visibili dentro la vetrina di un negozio. (New York 1965).

Non manca la ricerca della sensualità, come lo scatto Los Angeles Airport – California 1976, testimonia. L'immagine apre con un cruscotto di un autobus da cui si vede l'aeroporto dove il mezzo sta indirizzandosi. Quasi maliziosamente defilata, all'estrema sinistra della foto appare una sensuale coscia femminile, sotto il volante del mezzo. E’ il sex appeale a voler esser colto dall'artista o la testimonianza di un’emancipazione femminile che porta le donne a sostituire gli uomini in molte attività professionali? Al visitatore decidere, ma non è la sola foto dove le possibilità di interpretazioni sono molteplici. Composizione, ricerca del soggetto e uso del colore. Meyerowitz da estrema importanza al peso cromatico nelle sue foto.

Che dire? Una grande mostra che consiglio a chiunque abbia appena terminato un corso di fotografia. A Palazzo da Mosto il fotografo neofita potrà ritrovare tutti gli insegnamenti appresi in aula. Naturalmente la mostra non mancherà d’interesse anche per chi neofita non è, e può apprezzare l’abilità dell’artista nella scelta dei soggetti e nell’individuare le situazioni. Più cani tenuti a guinzaglio, si abbaiano l’uno contro l’altro cercando di mordersi, mentre i loro padroni e il pubblico tutt’attorno, godono del violento spettacolo sorridendo. Una scena di ferocia “urbana” che induce ad una domanda, ma chi è l’animale pericoloso? (New York 1968)

Mirco Venzo, Reggio nell’Emilia 25/04/2018 #qzone
Foto di Cristina Pillan su originale esposto.

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