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20230216 VM Le tue scarpeIl mondo del collezionismo è talmente vasto da suscitare infinite occasioni di conoscenza. L’interesse per un oggetto ci porta a scoprire storie, curiosità, vite vissute. Ad esempio, le scarpe: desiderio di indossarle e di possederle. C’è chi ha una passione irresistibile per i tacchi, eleganti, raffinati, simbolo di femminilità. Chi per le infradito, ricordo di vacanze e sogni di libertà. E gli scarponi? Penso a quelli da montagna di una volta, cuciti a mano, cuoio grosso con i graffi profondi dei ghiaioni. Questo era il mio confine, prima di incontrare Carmelo Marzà che fin da ragazzino custodisce gelosamente calzature militari. I primi pezzi della raccolta stanno con lui dal tempo delle scuole medie. Carmelo porta il nome del nonno che per

lavoro si occupava di fornire oggetti e accessori alle forze armate, per cui l’argomento era già di famiglia. In seguito la sua attenzione si è focalizzata sulle scarpe, non nuove ma rigorosamente usate. Ogni paio porta con sé una storia da raccontare, afferma. “La scarpa non mente, al contrario della parola. Si possono dire bugie, ma le scarpe hanno marciato, hanno vissuto davvero.

La stanza che racchiude il regno del collezionista, il garage sotto casa, dà la sensazione di penetrare nei segreti di un caveau. Attualmente si contano quarantacinque paia diverse, soprattutto anfibi e stivali, con caratteristiche particolari a seconda dello scopo per cui furono progettati. Fibbie, lacci, imbottiture, suole robuste, punte di ferro… si nota l’accuratezza delle rifiniture. Al di là delle motivazioni e dell’utilizzo, sono oggetti affascinanti. Il più pregiato risale alla Seconda guerra mondiale, a pari merito con un modello francese degli anni Cinquanta. Scarponi ricevuti in regalo o acquistati, solo qualche paio apparteneva a persone conosciute, la maggioranza proviene da ignoti. Appaiati in ordine sui ripiani di uno scaffale, spolverati e ben conservati, mostrano con fierezza i segni di usura, forse il loro orgoglio o, chissà, anche la fatica, la sofferenza. Ormai quasi tutti modelli storici, pochissimi quelli ancora oggi in produzione. Ci sono stivali appartenuti all’aviazione, ai paracadutisti, a motociclisti carabinieri. Carmelo ne prende in mano qualcuno quasi con affetto, con delicatezza. Fa notare la lavorazione, spiega le caratteristiche. Sono di varie misure, solo alcuni potrebbero essere calzati dal proprietario.

Come per ogni collezionista, c’è il desiderio di poter esporre qualche pezzo in una mostra. Il pensiero rivolto al futuro si interroga su quale sarà il destino dell’intera raccolta, un giorno. La cura e la passione per gli oggetti amati vedrebbero degna collocazione in un museo. Questa è per ora l’idea, o la speranza. Intanto, altri esemplari si aggiungeranno e troveranno un posto sugli scaffali.

Daniela Grassato, Treviso 13/02/2023 #qzone.it

Nella foto scattata da Venzo Mirco, Carmelo sulla mano destra tiene una scarpa francese realizzata in Germania come contropartita del debito di guerra; nella mano sinistra ci sono invece degli scarponi di carabinieri - motociclisti (italiani) realizzati a cavallo tra i due secoli (1999 /2000 - date indicative).

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