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20220731 VM il corpoOggi c’è un film dove la protagonista è Zeudi Araya (nel film interpreta Princesse), attrice che da giovane mi attraeva e così con buone prospettive mi sono visto questo lavoro del 1974 a regia di Luigi Scattini. La pellicola è presentata come thriller erotico ed esce nello stesso anno di film quali La nipote di Nello Rosati e di Emanuelle di Just Jaeckin, il primo, quello con Sylvia Maria Kristel mentre, per contestalizzare l’opera, la mitica Malizia di Samperi (nel rif. 1 c’è una mia recensione) è del 1973. Le pellicole interessanti in quegli anni non mancavano, e così inizio ad osservare l'opera con la seguente critica: «Al di là degli scenari esotici, il vero protagonista di questo film è "il corpo" di Zeudi Araya, splendido "oggetto del desiderio" di una pellicola dotata di una certa sensualità. Nulla di indimenticabile, ma con qualche brivido sottopelle.» (fonte FilmTv.it - rif 2) 

La mia versione del film la scriverò, ma a scanso di equivoci e per non far perdere del tempo al lettore dico subito che il film mi ha profondamente deluso e di seguito vado a dettagliare solo alcune delle ragioni di questo giudizio. 

La pellicola inizia ammantata da uno stereotipo poco dettagliato: il compagno di Princesse Enrico Maria Salerno (Antoine) è un europeo stanco della società industriale e consumistica occidentale, e così si rifugia nei caraibi. Cosa l’aveva deluso dell’Europa? Che cosa faceva nel nostro continente? Non si sa. Che cosa faceva nei caraibi? Che risposte cercava alla luce della premessa che l'aveva smosso? Non si sa. Al fruitore del film deve bastare che in casa di Antoine girava questa bella ragazza di colore a nome Princesse. Antoine, per me è un personaggio per nulla dettagliato e di lui sappiamo solo che era vezzo ad ubriacarsi, che aveva molto denaro e che viveva in quest’isola del caribe. 

Nel prosieguo del film scopriamo che Antoine era sposato con Madeleine, interpretata da Carroll Baker. Se di Antoine, che è forse il protagonista della pellicola, si sa nulla, figurarsi se si sa qualcosa di Madeleine, non dico all’inizio, dico alla fine… trattandosi di un thriller capisco che le informazioni devono magari restare celate per lungo tempo, il fatto è che anche della compagna di Antoine, che pure avrà centralità nel racconto, capisco nulla. Antonine conosce un giovane avventuriero, Alaine Breton (interpretato da Leonard Mann) e lo porta a casa sua. Manco a dirlo anche la figura di Alain è per nulla dettagliata se non ancorata al cliché “donne e motori” ed il giovane di bella presenza è uno che sa trafficare con i motori, in questo caso con quelli delle barche trattandosi di un isola. “Donne e motori”; due sono le protagoniste femminili del film e con tutte e due vi è il logico accoppiamento. Tutto scontato se non che, anche la figura interpretata da Leonard Mann non è descritta, rimane vaga. Scontato quindi che la bella Princesse ad un certo punto (praticamente alla seconda scena in cui lo vede) cerchi di sedurre (riuscendoci) il giovane. Per essere un thriller lo spettatore riesce velocemente a capire che cosa succede... 

Prima di tratteggiare qualche pennellata su quella che si presume sia la protagonista della pellicola, Princesse, qualche dettaglio sull’ambientazione. Siamo nei caraibi, ma cosa li caratterizza, che cosa marca la differenza tra l’Europa che abbiamo saputo essere detestata dal protagonista e quell’isola in cui si svolge la storia non è spiegata. Lo spettatore deve accontentarsi di un immagine dove si vede uno stormo di uccelli volare al sorgere o al calar del sole… Ed andiamo a parlare di Princesse che lo spettatore avrà il piacere di vedere senza veli. Thriller erotico, si diceva è la classificazione della pellicola e quindi ci sta che si veda qualcosa… Già; ma l’erotismo non è vedere un corpo nudo correre nella spiaggia dei tropici. La scena mi ricorda il cavallo che correva nel bagnasciuga di un rinomato bagnoschiuma (è una scena familiare solo per chi ha una certa età e vedeva carosello): in quella datata pubblicità pochi fotogrammi trasmettevano un messaggio: il cavallo che corre nella spiaggia emana un senso di libertà, così, chi usa quel bagnoschiuma poi si sente “libero”.
Torniamo alla pellicola, la bella Princesse cosa vuole trasmettere allo spettatore quando corre inseguita da Alain nella spiaggia? Che è un gran bel pezzo di figliola? Non c’è bisogno che corra nuda per la spiaggia per farlo capire allo spettatore, così come ha poco da scappare da Alain, è lei che l'ha sedotto portandolo come un topo dritto nella trappola. E se come dice la critica sopra proposta vedere il bel corpo di Zeudi Araya può essere stimolante, dettagliare un minimo il suo personaggio l’avrebbe reso ancor più stimolante, non solo il corpo, ma tutta la storia del film. Non capisco, ad esempio, se Princesse sia ancora innamorata di Antoine, ad un certo punto afferma che se smettesse di bere tutto cambierebbe, tale frase pare un'apertura, una speranza a riallacciare una relazione che si capisce essere in crisi. Si capisce che questa relazione è in crisi, ma non si sa come sia iniziata e perchè ci sia questa crisi... I fatti a seguire smentiranno categoricamente questa ipotesi (quella che Princesse voglia rialacciare con Antoine, anzi, diranno l'esatto contrario), ma così anche la gelosia nei confronti di Madeleine diventa assurda. Non voglio però aggiungere troppi dettagli per non togliere il brivido del thriller a chi volesse visionare questa pellicola. Certo è che anche il finale l’ho trovato "improbabile" per voler esser buono. Potrei fermarmi qui con la critica assai feroce, ma voglio affondare il coltello nella piaga: la storia, se meglio sviscerata poteva avere un senso. Gli attori sono tutti di buon livello e se ci fossero stati dei personaggi da interpretare, magari avrebbero fatto vedere il loro valore. 

La stessa figlia di un politico africano e nipote dell’ambasciatore eritreo a Roma, parlo della protagonista della pellicola, mi ha dato la sensazione di saper recitare e non essere solo "un bel corpo", solo che il regista non ha dedicato attenzione a scavare in questa direzione, limitandosi ad anticipare il cliché dei futuri "pierini" dove la telecamera si accontenta di far vedere qualche tetta e pare che il più sia fatto. In Malizia (la pellicola di Samperi), tanto per fare un paragone, si è sempre nell’attesa di capire se e quando la Antonelli si spoglia; è la trama che tiene lo spettatore in attesa… e si è curiosi di capire chi l'avrà vinta tra i tanti protagonisti che ruotano attorno alla bella cameriera che sposerà chi voleva sposare. Ne Il corpo, l’unica scena interessante è quella in cui i protagonisti fanno il gioco della verità, una scena dove per altro si spiega allo spettatore perchè la pellicola si intitola così. Non spetta a me spiegarlo questo "perchè"; anche per non togliere la bellezza della scoperta  dell'unica scena decente dell'intera pellicola. Ci fosse stata una trama in cui inserire questa scena, ecco, voglio finire così, la cosa non avrebbe disturbato. Inutile nascondere che c'è del rammarico perchè gli ingredienti per mettere su un bel film c'erano tutti, la storia poteva reggere, gli attori erano di livello e l'ambientazione poteva e doveva essere sfruttata meglio e non da ultimo il coraggio di valorizzare una bellezza esotica come Zeudi Araya era un'intuizione vincente. Recentemente ho recensito un altro Thriller: Nemesi (rif. 3) il finale è stato veramente degno di un thriller ed ha fatto lavorare la mente dello spettatore anche dopo i titoli di coda. Insomma un Thriller scadente con poco di erotico, pur se il corpo di Zeudi Araya merita. 

Mirco Venzo, Treviso 28/07/2022

rif. 1 http://www.qzone.it/index.php/q-movies/706-malizia-di-samperi
rif. 2 https://it.wikipedia.org/wiki/Il_corpo_(film_1974)
rif. 3 http://www.qzone.it/index.php/q-movies/859-nemesi-di-walter-hill

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