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20170506 MZ MulinoAcqua

Quieto s’allunga il fiume
lungo il suo millenario corso
benefico rettile sinuoso
a lambire adusta terra.
Crespe ferite intagliano
la superficie dell’acque
disturbata coltre ialina
pare generose labbra
pronte a schiudersi.
Respiro
l’ultima volta del suo profumo
odor d’umide fronde,
e muffite legna vorticanti
e d’ammiccanti felci sulle rive,
e musco fragrante
e d’anatre …
Prima che il viaggio mi catturi
voglio rubar l’immagine
dei bianchi ciottoli alla fonda
recar nell’animo
gonfio d’ansia e nostalgia
le pale del mulino
- chinano il capo, ormai,
ad una ad una –
e imaginarle, un tempo
braccia operose
d’altri giorni … sereni,
quelli di me bambina .
Né più memoria mia
potrà placar l’anelito
di quest’acque.  Ovunque  
non d’acquietar la sete avrò bisogno
ma di far bere il cuore.

 

Monica Zuccato, 14.02.2001 #qzone
Foto fornita dall'autrice
Nota dell'autrice: "La mia famiglia d'origine ebbe, per oltre 200 anni, una segheria ed un maglio su un fiume che oggi cadono a pezzi, abbandonati. Ci sono nata sull'acqua e quando ho dovuto andare via dal Friuli, nel 2001, mi si è spezzato il cuore. Così ho scritto questa poesia che parla di questo grande dolore causato dal distacco. La foto è della segheria sul fiume dove il mio bisnonno, mio nonno e mio padre lavorarono. La ruota del mulino la costruì mio nonno".


                          

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