Se ti fossi mancata
nell’ora della gioia più vicina
alla perfezione
forse non l’avresti assaporata
fino alla sfumatura più nascosta
ma questo peso
che sempre t’ho forzata
a prendere per mano
non te l’ha resa forse un poco amara?
E se ti fossi mancata
nell’ora più pesante del dolore
del rancore più profondo
che probabilmente
è la sola, la più grande dimensione
per cui la vita s’accompagna
al mistero dell’ignoto buio
avresti aggiunto la tua pena
ad una pena antica
che non t’ha mai lasciato tregua
E non avresti forse tollerato meglio
la prova dura
il caro prezzo
per cui siamo tutti debitori?
Monica Zuccato, #qzone.it
Questa poesia degli anni '90 è un profondo e angoscioso interrogativo che io pongo (anche se in maniera silenziosa) a mia madre, personaggio importantissimo nella mia vita. In sostanza le chiedo : se io, che nella tua vita ho portato tanto dolore, non ci fossi stata nel tuo momento di maggiore gioia forse non l'avresti assaporata così tanto. Ma il fatto che io ci fossi non ti ha impedito forse di goderne appieno? E se non ci fossi stata nel tuo momento di maggior dolore, così intenso da essere tanto vicino a quello della morte, la mia morte si sarebbe aggiunta ad una pena che già portavi dentro e forse sarebbe stato meno difficile sopportare. Sintesi: chiedo a mia madre se non sarebbe stato meglio per me morire anziché causarle pena.