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20171126 MZ Giornata Mondiale sulla ViolenzaPer la giornata contro la violenza sulle donne e visto che l'argomento è scottante, vorrei lasciare qui anche la mia testimonianza. Era il 1991 e la mia azienda si trovava in cattive acque. Venni trasferita dalla casa madre (senza possibilità di replica) presso gli stabilimenti decentrati a circa 40 km. Allora non era ancora stato costruito l'ultimo troncone di autostrada e ci mettevo oltre un'ora per arrivare, tra paesi e paesini, in questa località appena sotto la montagna. Per tornare altrettanto. Appena arrivata iniziai ad essere pesantemente molestata da un dirigente. 

Mi lasciava lettere esplicite nelle quali dichiarava di essere a conoscenza della mia precaria situazione professionale e si diceva disposto ad intercedere presso la direzione se fossi andata a letto con lui. Naturalmente rifiutai ma la situazione divenne anche peggiore. Mi tormentava in continuazione ed io, molto giovane e non tanto abituata a cose di questo genere, non sapevo cosa fare. Parlarne non potevo. Già ero a rischio professionalmente, se fossi andata a raccontare cose di questo genere avrei definitivamente perso il lavoro. Ne parlai con mia madre, che non seppe che consiglio darmi. Alla fine mi confidai con un giovane collega che, dapprima arrabbiatissimo, disse che avrebbe riempito di botte questa persona. Alla fine mi dette il suo appoggio e, dovunque andassi, mi scortava diligentemente perché non mi trovassi mai da sola, soprattutto la sera quando andavo a recuperare la mia macchina nel parcheggio.

Era quello il momento che temevo di più. In questo periodo stetti malissimo e somatizzai tragicamente quello che mi stava accadendo. Non riuscivo a mangiare e rigettavo tutto, avevo costantemente un peso dentro allo stomaco e un nodo terribile all'altezza dello sterno. Vivevo con la costante paura di incontrare questa persona. Una sera mi costrinse ad andare a cena con lui con il pretesto di "aiutarmi" a non essere licenziata. Dovetti subire un'intera serata a cena con lui durante la quale non riuscii ad ingoiare praticamente nulla. Quella sera ho rischiato molto e lo sapevo, ma non avevo alternative. Se non fossi andata probabilmente mi avrebbe fatto sbattere fuori all'istante, in questo modo riuscii a rimanere ancora quasi un anno. Per fortuna allora incappai in una specie di "gentiluomo", forse si accorse che passai tutto il viaggio aggrappata alla maniglia della portiera per poter gettarmi in strada in caso di bisogno e non mi toccò, né fece cenno di fermarsi in località poco frequentate.

Mi riaccompagnò alla macchina senza neppure sfiorarmi. Per fortuna. Fui licenziata un anno dopo. Non ho mai più dimenticato il senso di impotenza che provai allora, la paura - anzi il terrore - costante di ritrovarmi in balia di questa persona. La sensazione sgradevole di non poter reagire. Mi sono trovata altre volte a dover subire molestie sessuali, più o meno esplicite, ma dopo questa esperienza ho sempre saputo reagire in modo appropriato. Non tutto il male viene per nuocere. Oggi ne parlo per la prima volta qui e penso di essere stata una donna molto fortunata, nonostante tutto. Ma non posso fare a meno di pensare, proprio oggi, a tutte quelle donne che invece, di "fortuna" non ne hanno avuta, a quelle che sono state picchiate, umiliate, maltrattate, violentate, massacrate e uccise. 114, solo nel 2017.

Monica Zuccato, Treviso 25/11/2017 #qzone
Foto Mirco Venzo – Svizzera - 14 Agosto 2015

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