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20230704 EM spiaggiapopolare 01Che poi alla fine la spiaggia popolare e’ sempre bella. Con il ritrovarsi tra vicine di ombrellone chi più rifatta, chi meno, chi più magra, chi meno, con i figli diventati adolescenti irriconoscibili che fanno sempre le stesse cose, come rincorrere un pallone di cuoio o giocare a ramino sotto l’ombrellone. E la corsa per accaparrarsi il posto in prima fila, perché la magia dell’aria mattutina in faccia e il riverbero del sole sull’acqua piatta ha più valore se vissuto davanti a tutti! Perché al mare si ritrovano un po’ le stesse usanze, le stesse vecchie abitudini: caffè e brioche al chiosco, la camminata lungomare, l’odore della crema solare, le grida dei bambini, i materassini dalle forme più

improbabili, gli asciugamani colorati bagnati dalle onde, I castelli di sabbia sul bagnasciuga, i pedalò gialli e blu.

Le ragazze ridono e scherzano in perizoma fumando sigarette elettroniche senza chiedersi perché lo facciano. I ragazzi schiamazzano giocando a pallone e gonfiano i petti non ancora villosi per farsi guardare.. C’è la sabbia che si appiccica dappertutto, i teli mare immacolati sugli sdrai delle mamme cinquantenni annoiate, borse di Saint Barth leggerissime con dentro uno smartphone e un libro non ancora letto. Nella fila accanto c’è la mamma con tre bimbi piccoli, più la tata, la nonna, la zia, il nonno: è ricoperta di sabbia, di moccio delle figlie, ha tanto sonno arretrato e un ombrellone pieno zeppo di biberon, pannolini, retine con secchielli e palette. Che confusione!!! 

La vita è una ruota e la spiaggia, di anno in anno si ripresenta nelle sue sfaccettature più vere: i nonni volenterosi che ancora continuano a portare i nipoti al mare, le schiene che si piegano, i sorrisi che non si spengono; l’effervescenza dei bambini, la loro ingenuità, i loro giochi in riva al mare, il nascondino la sera fra gli sdrai, il mercatino dei giochi usati a fine stagione, il ghiacciolo al carretto dei gelati, la piadina al chiosco. C’è un sapore che si ripete e che è bello ritrovare perché confortante, perché rasserenante, perché è quel ripetersi di eventi e persone che danno sicurezza a grandi e piccini. C’è il condominio fronte mare anni 60 con l’orologio esterno che segna l’ora della sera in cui tutti i ragazzini, radunati sulle scale, ancora in costume e pieni di sabbia, sanno che dovranno rientrare per la cena. 

C’è la musica degli hotel vicini, le signore tedesche in abito lungo, gli stranieri che cenano alle 18 mentre gli italiani sono ancora a piedi nudi a fare l’aperitivo. È la riviera popolare delle famiglie, dei ragazzi, dei chioschi, delle giornate lunghe fatte di sole e musica. E’ la spiaggia colorata divisa a blocchi e a settori, a ognuno il proprio angolo di mondo, il proprio spazio d’aria. È la spiaggia sempre uguale da più di 50 anni fatta di condomini lungo mare, piscine di hotel e aquiloni che volano nelle giornate di vento. C’è ancora il vucumpra’ che con la frase “billiger prize” vuole vendere elefantini porta fortuna, asciugamani, bracciali colorati e cavigliere. Da qualche anno c’è anche l’Indiano che vende solo palloni e non può mancare il mitico cocco bello urlato a squarciagola mentre ti sei appena appisolato all’ombra del tuo spazio vitale. Non è forse questo rifugio estivo che qualcuno di noi ama rincorrere anno dopo anno, a darci ricordi ed emozioni?

Questo pezzo di acqua che chiamiamo mare in fin dei conti, non è la nostra anima che ci ricorda che tutto resta e tutto scorre? L’onda che va e che viene, non ci rimanda forse alla nostra infanzia che era e alla nostra età adulta che torna bambina giocando coi nostri figli? Sarà anche la spiaggia non vip, sarà tutto già visto e vissuto ma è bello proprio così. Che poi alla fine ti mancherà quel gabbiano che vola sopra al mare con il pezzo di pane rubato fra gli ombrelloni, insieme alla confusione e ai suoni e colori che ti hanno accompagnato nella tua mitica estate jesolana.

Elena Miotto

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