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20170217 VM cetaEravamo tutti contenti per il fatto che il TTIP fosse stato congedato e mentre tiravamo un sospiro di sollievo in queste ore è stato ratificato dal Parlamento Europeo un trattato simile al TTIP, ovvero il CETA. (rif 1 a/b – Accordo Economico Europa Canada). L’accordo è stato portato avanti in perfetto stile Unione Europea, ovvero nella più totale segretezza e i nostri amati mass media che ci hanno molto ben informato sulle vicende di San Remo e ancor più ci tengono aggiornato sulle polizze assicurative di Virginia Raggi, parlano poco (ieri al telegiornale non ne ho sentito parlare, almeno sino a quando son rimasto connesso) di questo accordo.

Gli spunti di riflessione sono molteplici, anzitutto cosa c’è da rallegrarsi se il libero scambio coinvolge oltre che l’Europa anche un paese, il Canada, (rif 2)  che ha circa la metà del P.I.L della Gran Bretagna (rif 3) la quale da poco ha tagliato il cordone ombelicale con l’Europa tra le lacrime del mainstream? Naturalmente c’è da capire chi si deve rallegrare e perchè. Pare che nel Canada siano presenti quasi tutte le multinazionali americane, e, sostengono i più diffidenti, è per favorire proprio queste entità che si è sottoscritto un simile accordo del tutto simile al TTIP che a questo punto risulta inutile a difesa dei loro interessi. Il Canada, per citare una maldicenza, risulta uno dei principali utilizzatori di OGM (tanto per dirne una) e sembra che anche il CETA, al pari del TTIP, abbia tra i suoi obbiettivi spostare eventuali controversie giuridiche tra multinazionali e Stati (cosa avvenuta ad esempio tra la Malboro e l’Uruguay) fuori dalla giurisdizione nazionale per farla gestire da organismi sovranazionali.

Dico “pare” perché articoli che parlano di questo trattato non ne trovo tanti in rete, e quindi confesso di essere avvolto nell’ignoranza. E se permettete già questa cosa suona molto male. Com'è che sta diventando sempre più difficile capire che cosa votano coloro che stipendiamo (gli europarlamentari) quando poi siamo però obbligati a sottostare alle norme da loro approvate? Sembra che già ad aprile inizieranno a diventare operative alcune leggi inserite nel CETA e io m'interrogo: quali? Che ripercussione avranno sulle nostre vite, su quelle di tutti i cittadini europei, quegli stessi che han problemi di lavoro e di remunerazione queste norme? Questi signori, gli Europarlamentari, sono li a tutela dei nostri interessi o di chi?

E ancora, ma com’è che la stampa e la televisione si accanisce a parlarci del paparazzo Fabrizio Corona (oggi mentre facevo colazione di lui si parlava in RAI) e nessuno ci informa di cosa è questo CETA? In Olanda sono già state raccolte 200.000 firme per fermare questo accordo (rif  4) e molte persone sono scese in piazza. Ritornando al tema della giurisdizione dei processi e della normativa che dev’essere applicata se con gli Stati nazionali si può scendere in piazza e ribaltare il Governo che ha fatto la legge contestata, con il cavallo di troia della Commissione Europea e di questa Europa (dis)Unita constato che le leggi sono realizzate fuori dagli stati democratici, sempre passando per l’iter della Commissione Europea, la stessa che ha fatto approvare il trattato CETA agli Europarlamentari.

Il risultato sarà che un contenzioso tra lo Stato italiano e una multinazionale con sede in Canada verrà giudicato fuori dal territorio italiano e fuori dalla normativa nazionale, per amore del libero mercato e del Capitale, almeno così pare. Sono trent’anni che ci dicono che noi siamo corrotti e che la nostra magistratura fa schifo, ora finalmente a giudicarci ci sarà qualcuno “esterno” al nostro Paese… Decida il lettore se collocarsi tra chi ride o chi piange. L’articolo che ha postato Scenari Economici (rif 5) afferma che proprio la tipicità alimentare di molti prodotti gastronomici italiani sarà la prima ad essere disturbata, il Parmesan e l’Asiago potranno provenire dall’estero e se ciò fosse vero, tanti saluti alla tutela del “Made in Italy”.

Ultima considerazione, ad aver votato a favore del CETA nel parlamento Europeo si son ritrovati compatti tutti gli eletti di Forza Italia, mentre il PD, tanto per cambiare, si è spaccato. L’estrema sinistra europea, la Le Pen, la Lega e i Verdi assieme alle 5 Stelle, Farange han invece votato contro. (rif  6). La cosa risulta interessante in vista delle prossime elezioni italiane quando un’alleanza tra 5 Stelle e Lega pare impossibile, posto che sono però gli unici che potrebbero portare avanti il progetto NO Euro (e No Europa, quella che sottoscrive questi trattati) seguendo la pista aperta da Matteo Salvini. Ci troveremmo quindi a dover scegliere tra tre opzioni: la prima dove Forza Italia (o come decideranno di chiamarsi questo giro), storicamente pro Europa come confermato dalla recente votazione, si troverà alleata della Lega (e alle altre forze di destra) contrarie al progetto europeo. Che politiche potranno portare avanti coalizioni così distanti sui temi che contano?  Forse la replica sta nella Storia: nessuna.

Potremmo sempre votare per la “novità”  5 Stelle che sul tema Euro e sulle scelte Europee sono la confusione più estrema. Oggi in Europa han votato contro il CETA dopo che qualche settimana fa volevano allearsi con l’ALDE (che logicamente ha votato compatta a favore del libero mercato con il Canada). Se gestire Roma risulta un problema per questa nuova forza politica, non oso immaginare cosa andrà a combinare una volta al Governo. La terza opzione, quella del PD, non merita menzione: dopo aver violentato la Costituzione, aver devastato il mondo del Lavoro e aver tradito la propria storia, dopo esser risultata divisa anche sul CETA, credo vada definitivamente abbandonata. Rimpiangere il sistema elettorale della Prima Repubblica, dove v’era la possibilità di scegliere tra una moltitudine di partiti e soprattutto si poteva votare per Tizio e non per Caio, e sia Tizio che Caio dovevano comunque rispondere al loro elettorato, è considerato anacronistico dal lettore? Bene, io allora sono anacronistico, e rimpiango con fermezza quell’impostazione.

Mirco Venzo, Treviso, 17/02/2017 #qzone

Rif 1/a  http://ec.europa.eu/trade/policy/...
Rif 1/b http://www.ilpost.it/2017/02/15/ce..
Rif 2 https://it.wikipedia.org/wiki/Canada..
Rif 3 https://it.wikipedia.org/wiki/Regno_..
Rif 4 http://informazionebycuriosity.alter..
Rif 5 http://scenarieconomici.it/gentiloni..
Rif 6 http://scenarieconomici.it/il-patto-..

Altri riferimenti:
http://goofynomics.blogspot.it/2016/07/ceta-ue-e-brexit-oculos-habent.html
http://goofynomics.blogspot.it/2016/11/soros.html

PS In un articolo di Francesca Mancuso del sito GreenMe il cui link è qui di seguito risultano confermati i rischi palesati nel mio pezzo. Tanto Vi dovevo. - https://www.greenme.it/informarsi/ambiente/22959-ceta-approvazione-parlamento-ue

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