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20170405 VM pozzoNon so perché, oggi mi è apparso in rete un articolo che ricordava la tragica dipartita del piccolo Alfredino morto dentro un pozzo artesiano. (Rif 1) Leggendo l’articolo si scopre che la ricorrenza cade il 10 giugno, era il 1981 l’anno in cui avvenne il fatto. Ricordo con lucidità come commentavo con la mia amica Cinzia Cavalletto l’evento molto “spettacolarizzato” dalla televisione.

In un colloquio concitato le esternai come ritenessi poco rispettosa la diretta televisiva, che si protrasse per un tempo eccessivo. C’era qualcosa che mi strideva in quello spettacolo televisivo che era sì di grande audience, ma che risultava inutile sotto tanti punti di vista. Ravvedevo una sorta di mancanza di "decenza" nel voler insistere su di un dramma che era privato, tutta quell’attenzione sarebbe comunque servita a nulla. Che poi anche quest’affermazione pare scorretta, l’articolo riportato in calce afferma che da quell'evento nacque (si perfezionò) la Protezione Civile, istituzione oggi di primaria importanza nel Paese.

Ma veniamo ad oggi. Anche oggi drammi privati si susseguono senza che i media, al contrario del caso di Alfredino, vengano a sviscerarli, sto parlando dei vari suicidi che con buona regolarità si verificano anche nella nostra regione, dove i protagonisti sono sia i dipendenti che i titolari delle aziende. Nessuno ne parla quando, a mio avviso, sono questi sì fatti pubblici, ma soprattutto la discussione in questo caso potrebbe portare alla soluzione del problema con beneficio generale. La crisi che è all’origine dei drammi è il risultato di precise scelte politiche, di questo io ne sono certo, e non sono il solo.

Ma proprio l’omertà su questi temi, perpetuata dai media, impedisce la diffusione di questa consapevolezza, e meno male che c’è chi parla di pluralità dell’informazione, quell’informazione destinata a scomparire proprio a causa della crisi. Se fosse confermata l’indiscrezione che gira in rete, a breve dovrebbe esserci il fallimento anche del Sole 24 Ore, organo d’informazione economica che non solo non ha saputo tutelare i risparmi dei vari correntisti e azionisti, ma neppure ha saputo tutelare gli interessi delle imprese, visto che un quarto di esse sono morte.

Staremo a vedere se quest’illazione relativa al quotidiano economico verrà confermata dai fatti. Rimane la mia personale convinzione che affrontare di petto il tema della crisi economica significherebbe mettere in crisi l’istituzione dell’Europa Unita e l’operato dei nostri Governi da decenni a questa parte, quei Governi che succubi han recepito senza batter ciglio ogni direttiva proveniente dalla Commissione Europea e dalla BCE, indicazioni che sono poi alla radice delle centinaia di suicidi non solo in Italia, ma anche negli altri paesi, Grecia in primis.

La diretta televisiva sul piccolo Alfredino segna quindi a mio personale giudizio un’evoluzione del mondo dei media italiani che rinunciarono all’aspetto umano giustificandolo con le esigenze di informare a qualsiasi costo. E nel momento preciso in cui il mondo dell’informazione rinuncia ad una certa “sensibilità”, non saprei che altro vocabolo utilizzare, si finisce poi per tacere fatti che invece sono importanti, tanto ormai il callo è già stato fatto.

E’ una considerazione da blogger la mia, prendetela per quel che vale, ma la percezione mia personale è che in Italia la verginità dei media si perse con l’episodio di Afredino. Da allora, operare seguendo le esigenze dell’ascolto, esigenze che nel tempo si correlarono strettamente a logiche di mercato, aprì la strada a valutazioni di opportunità. E nel momento in cui un sistema informativo usa parametri di opportunità e non di umanità, inizia a tradire se stesso.

Mirco Venzo, Treviso 04/04/2017 #qzone

Rif 1 http://www.leggo.it/news/italia/roma....

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