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20170515 VM beachvolleyHo scritto un libro, “Fotografia di Santo Domingo”, (rif 1) in cui parlo in termini molto critici della società domenicana, dove la gente annega nell’alcol le sue frustrazioni, dove non esiste la relazione e, in particolare tra tutte, la relazione cardine: la famiglia. Una società che ha come faro i valori del consumismo. Gli occhiali Dolce e Gabbana, le scarpe Timberland, anche se sarebbero più adatte ai climi freddi, e loghi come Nike e Levi's la fanno da padrone. In quella comunità era assente il dialogo, oltre ad essere assente il lavoro dignitosamente retribuito. L’altro grande assente era lo Stato inteso come struttura che ti assiste nel momento del bisogno, con la sanità e la sicurezza, per lo più garantita da agenzie private.

Chiudevo il testo rilevando come, anziché essere quella realtà ad avvicinarsi al modello “europeo”, come anziché essere il “terzo mondo”, se mi si passa questa frase, a cercare di diventare il “primo”, mi pareva che fosse il Veneto a puntare sui loro disvalori. Perché inizio l’articolo con questo lunga introduzione? Perché voglio scrivere di un evento cui sono stato spettatore, la due giorni di Bibione 2017. L’evento è un ritrovo che si realizza da svariati anni dove, con la scusa della beach volley, 20.000 giovani il venerdì, e 25.000 il sabato si sono ritrovati per far festa. Descrivendo quel party mi pare di riscrivere le pagine del mio libro che narrava dei fenomeni domenicani. L’alcol la faceva da sovrano, tutti erano annegati nello spritz che portavano appresso o con caraffe o con bottiglie da un litro e mezzo.

Era dai tempi dei Caraibi che non vedevo tre ragazze giovani, avvenenti e estremamente provocanti, tenere nella mano destra una bottiglia di vodka. Ognuna con la sua bottiglia, ben inteso, che sorseggiavano di quando in quando. I risultati? È il paradiso degli addii al celibato, per questo succede di vedere un uomo vestito da sposa, accompagnato dagli amici, che di quando in quando alza il proprio gonnellino per far vedere la sua proboscide ai passanti. La mutanda ovviamente è considerata un ostacolo in questo contesto. Di fronte a lui, a scattar foto con il cellulare vi sono due ragazzine che ridono compiaciute e quando l’addetto alla sicurezza (agenzia privata, naturalmente) gli si avvicina invitandolo a smettere di tener un simile spettacolo, uscendo con la frase “Se tiro fuori il mio e lo uso per schiaffeggiarti, poi capisci che devi avere un miglior contegno!” le due ragazzine, rivolgendosi all'agente, gli dicono senza peli sulla lingua “Dai tiralo fuori, così facciamo la foto anche al tuo!"

Se vedi tre ragazze scattanti, come giustamente sono le atlete di cui hanno il fisico, interrompere la loro agile corsa dietro un gazebo, non andare a curiosare: le potresti sorprendere tutte e tre a mutande abbassate. Stanno orinando in spiaggia, proprio dove il giorno dopo i loro coetanei andranno a camminare scalzi. Anziché vergognarsi per un comportamento incivile e animalesco ti diranno entusiaste e divertite “Vieni a pisciare con noi!” Questa è capitata a me!

D’altra parte i bagni, disponibili a decine, sono impresentabili: il freddo ha favorito le dissenterie e il vomito non manca. Dante nella sua Divina Commedia non descrive situazioni così aberranti; si avvicina con miglior approssimazione Pasolini nel suo criticato “Salò o le 120 giornate di Sodoma”. Pasolini nella sua opera parla di situazioni orgiastiche come quella descrittami da un amico: “Il ragazzo infila la mano nelle mutandine della giovane alla sua destra, mentre abbraccia afferrando il seno a quella di sinistra che lo sta baciando lascivamente. -E voi che fate?"- li interrompe (è della  security). “È la mia ragazza!” dice lo conosciuto indicando quella cui stava facendo il massaggio vaginale, al che si può immaginare che la  ragazza a sinistra fosse un’amica di famiglia.

La scena era inserita dentro la "pista" dove tutti stavano ballando e, oltre al ragazzo della sicurezza che cercava di mantenere la situazione ad un livello di decenza, la potevano apprezzare  tutti coloro che gli stavano attorno, a cielo aperto, nel cuore della spiaggia dove le migliaia di giovani danzavano. E d’altra parte lungo la camminata percorsa da tutti i presenti, chi non era ubriaco se volgeva lo sguardo verso il mare, avrebbe visto una delle posizioni del kamasutra, proposta con disinvoltura da questi sconosciuti che ritenevano sufficiente per la loro privacy la trentina di metri che li separava dal passeggio, senza che nessun tipo di barriera, siepe o tenda ostacolasse la vista di eventuali curiosi.

Io non son riuscito a vederne il volto, giacché la passione del bacio e dell’amplesso li incollava uno all’altro. Amore libero, penserà qualcuno tra i lettori. Io la vedo più come sballo libero e una delle canzoni più gettonate spiega bene la filosofia di tutti i presenti, le eccezioni non mi pare il caso di individuarle in quel contesto. Eccone il testo: “Bevo, bevo, bevo, mi ubriaco e son felice, anche se poi vomito!" (rif 2)

E allora non mi sono sorpreso quando scopro sotto la pioggia un tipo disteso sul prato: è inerme a petto nudo evidentemente devastato dall’alcol. Un'auto di servizio lo stava per investire, per fortuna si è accorta dell'ostacolo e l'ha evitato. Lo avvicino e questo, ignaro del rischio appena corso, mi dice che si sente bene. Il dialogo con me lo porta a vomitarmi vicino. Il mio collega cerca di posizionarlo di lato perché se rimane a pancia in su rischia di morire soffocato dal suo rigurgito. La cosa finisce bene, quando accompagno l’autoambulanza con il servizio di sanità a prendersene cura. In Repubblica Domenicana o me ne occupavo io oppure, se lo lasciavo al suo destino, forse la terra all’alba avrebbe avuto uno sballato in meno.

E ritorniamo a parlare dell’isola caraibica che avevo criticato nel mio libro, un’isola dove il lavoro correttamente retribuito manca, e con quello manca la dignità. La sintesi di quel concetto, da me scritto in centinaia di pagine,  la vedo stampigliata sulla maglietta di uno dei molti giovani presenti. Eccone il testo per come me lo ricordo. “Problemi estremi? Bevi e risolvi!", come se l'alcol aiutasse a risolvere un qualsiasi problema: l'alcol aiuta solo a dimenticarlo. Sono triste e preoccupato, posso scriverlo?

Mirco Venzo, Treviso 23/05/2017 #qzone
La foto da me scattata rappesenta le caraffe ufficiali della festa in cui si servì lo spritz all'Aperol accompagnate da una normale bottiglia di vino per evidenziarne le dimensioni.

rif 1 https://www.ibs.it/fotografia-di-santo-domingo-...
rif 2 https://www.youtube.com/watch?v=R6QojpSu...

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