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20180311 VM GajaFabrica, il laboratorio di idee legata alla famiglia Benetton, da qualche tempo ha deciso di inaugurare una nuova stagione e sulla base di queste motivazioni si stanno tenendo a Villorba (TV) delle conferenze. Il relatore invitato da Oliviero Toscani, venerdì 9 marzo è stato uno dei nomi importanti della produzione vinicola nazionale: Angelo Gaja. Molti gli spunti lanciati dal relatore, troppi per essere tutti ricordati nel presente articolo, che si limiterà a raccoglierne solo alcuni. Il primo aspetto che mi ha colpito, nel periodo della “Festa della donna” è la centralità di una figura femminile in tutta la storia aziendale dei Gaja. Il fondatore della casata, di origine spagnola, si sposò con una commerciante francese, ed è proprio la nonna del relatore, che traccerà le linee che porteranno al successo tutta la famiglia e l’azienda che a loro ancor oggi da di che vivere.

Fare, saper fare, saper far fare e far sapere”, è lo slogan che sintetizza l’azione dei Gaja, e spesso è la caratteristica di ogni artigiano di successo. Ed è proprio la figura dell’artigiano, ovvero di chi usa gli arti per fare concretamente, quella che Angelo vuol evidenziare. Queste persone a capo di attività produttive magari di piccolissime dimensioni, sono spesso dei visionari, gente che a costo di mettersi contro la tradizione cerca nuove soluzioni e nuove strade. Alla fine “...Piccolo è utile”! sostiene Angelo e se si prosegue con l’ostacolare queste figure, i piccoli produttori e gli artigiani, soffocati dalla burocrazia, si rischia di perdere non solo dei protagonisti dell’economia italiana, ma anche chi ne caratterizza la specificità.

Il “made in italy”, apprezzato in tutto il mondo, si deve per grandissima parte alla cocciutaggine di figure come suo padre, che si ostinò di creare un gran vino nella zona del Barbaresco, area a quei tempi di secondo piano rispetto a quella limitrofa di Barolo; molte furono le scelte controcorrente del Sig. Giovanni Gaja ed il risultato è che oggi il Barbaresco, non solo quello prodotto dalla cantina Gaja, è una delle eccellenze italiane e, sia per qualità, sia per prezzo, ha nulla da invidiare al rinomato Barolo.

Con l’amica Linda ci siamo fermati a commentare la serata sorseggiando un bicchiere, e ci siamo ritrovati concordi nel ritenere “incoerente” una serata di questo tipo proprio dentro il regno dei Benetton. Gaja esalta gli artigiani e i piccoli produttori, ma la linea politica Europea vede l’imposizione di normative che sono all'origine della tanto criticata burocrazia. Trattati come il TTIP o il CETA nascono per favorire i grandi distributori internazionali e gioco forza questo ostacola i piccoli produttori locali tanto cari al Sig. Angelo Gaja, e però sono normative quali “Il pareggio di bilancio in Costituzione”, volute dall’Europa che favoriscono le privatizzazioni. E tra i privatizzatori ricordiamo proprio i Benetton padroni di autostrade e telefonia, oltre che della sala che ci aveva ospitato.

"A buon intenditor poche parole" recita un adagio popolare e in omaggio a questo detto fermo qui la mia voglia di critica, anche per poter eventualmente ascoltare una prossima conferenza organizzata da Toscani e dai Benetton.

Mirco Venzo, Treviso 10/03/2018 #qzone
Foto Linda Botter con cellulare (senza flash, per non disturbare i relatori)

 

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