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20180422 VM risottoAnni fa degli amici mi invitarono ad una cena dove, tra i commensali, v’era un ricercatore scientifico accompagnato dalla sua avvenente sposa. Il classico cervello in fuga che dopo un’esperienza negli Stati Uniti, era approdato a lavorare in un'università inglese. Non faccio i nomi legati a queste confidenze sia perché non ho chiesto autorizzazione a divulgare la chiacchierata che s’era sviluppata da se, sia perché, ed è bene il lettore lo sappia, le parole fatte davanti ad un bicchiere non posso certo affermare siano verità, non ho la possibilità di verificare alcunchè.

Metà del tempo un ricercatore lo spende cercando uno sponsor per la sua ricerca. Avete capito bene, hai una mente che potrebbe esplorare chissà che, ma deve mettersi davanti ad un elenco del telefono e cercare numeri di aziende cui proporre l’oggetto del suo studio. Se trovi lo sponsor, la ricerca viene avviata, altrimenti tutto rimane da sviluppare nella sua testa. L’università, privata, ha bisogno di finanziatori se vuole pagare i suoi docenti/ricercatori e sono i ricercatori che trovano questi soldi a far girare tutta la giostra ed a dar prestigio all’istituto, favorendo a sua volta l’arrivo di nuovi allievi. Prima informazione, ma interessante è anche la seconda.

In questa ricerca di clienti il nostro “cervello”, aveva incrociato una casa automobilistica che s’era detta molto interessata ad un certo tipo di sensore. Questo strumento, ancora da realizzare, poteva riconoscere da alcuni parametri (ad esempio il modo di camminare) il proprietario del veicolo, e, una volta riconosciuto, aprire automaticamente l’auto ogni volta che costui si avvicinava al mezzo. Della serie per veicoli di una certa fascia, avere l’auto che ti riconosce e “Bip Bip” ti saluta, facendo sbattere due volte i fanali a mo’ di occhi, è una cosa che una classe di clienti, abbienti, apprezzerebbe e pagherebbe, giustificando l’investimento in ricerca. Questi due semplici racconti mi hanno allibito perché confermano come sragiona il mercato. Io ho una mente che potenzialmente è brillantissima e per metà del suo tempo le faccio fare la stessa operazione che degli sconosciuti albanesi espletano due volte alla settimana nei miei confronti, mi telefonano per offrirmi proposte che non m’interessano. Ma eventualmente, che tipo di proposta sarebbe osannata dal mercato?

Lo studio di un sistema per far arrivare dell’acqua potabile a chi ne ha bisogno? No, la necessità c’è, ma questi mica pagano per quel eventuale servizio. Il progetto di ricerca non si ripagherebbe. Lo studio di un farmaco per i bambini che muoiono ammalati nel terzo mondo causato da chissà che forma di malaria? No, il vaccino non avrebbe compratori. Molto meglio rivolgersi a chi non ha la volontà di esercitare la pressione della propria falange sul proprio portachiavi per aprire l’auto. E li che la scienza deve dare il suo contributo! E li si che l’investimento e il cervello del ricercatore viene sfruttato! Tra l’altro, si legge tra le righe, che il ricercatore più “utile” per l’università, non è chi sviluppa progetti importanti (dove il vocabolo rispecchia dei miei parametri che lascio intuire al lettore), ma quello che ha le migliori capacità di procacciare clienti, magari proponendo ricerche futili, come quella del “radar che riconosce il padrone”.

D’altra parte se ogni sei mesi esce un nuovo i.phone che nella sostanza ripropone le stesse funzioni del modello precedente, la dice lunga su dove spinge la ricerca delle grandi case. Il telefono se uno ci ragiona fa la stessa funzione dei telefoni di dieci anni fa, fa fotografie, cosa che si faceva con una macchina fotografica e.. via di questo passo. Non ritengo l'assottigliarsi dello spessore del telefono rappresenti chissà che passo in avanti per l’umanità, così come il peso che viene affievolito di un qualche grammo, ma questa è la logica del mercato. Sintesi: la ricerca deve tornare ad esser gestita dallo Stato nell’interesse dei cittadini. Auspicare che siano i privati, nella fattispecie le multinazionali (le famose grandi aziende che tutta una classe intellettuale andò a perorare in Italia, Prodi, Ciampi e altri) a spingere in avanti l’umanità, favorendo il progresso, è da escludere.

Che poi la ricerca vada favorita solo se c’è chi la paga, giustificando le spese altrimenti è per definizione inutile, è un'altra affermazione scellerata che la chiacchierata con il mio ricercatore rende palese. La logica del libero mercato non può, per definizione, essere d’aiuto alla massa. Lo Stato deve tornare ad occuparsi di ricerca e deve farlo indirizzandola nei settori che siano ritenuti strategici per il popolo. Cos’è strategico per il popolo? Questo è argomento che sta alla base di ogni programma politico, ed è proprio la politica che si deve riappropriare delle sue funzioni e non deve delegarle al mercato, altrimenti chi muore di fame seguiterà a morire, mentre chi ha i soldi potrà avere l’auto che viene a prenderlo sotto l’abitazione dell’amante (che sarà senz’altro una splendida ragazza) senza che vi sia autista alcuno, e questo sciocco servizio verrà chiamato “progresso”!

Mirco Venzo, Treviso19/04/2018 #qzone
Nella foto la prima portata della cena, un risottino accompagnato da un “metodo classico”.

 

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