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20230126 VM desolationCi sono i saldi e mi piace andare a curiosare nei negozi, magari c’è qualche occasione che mi interessa, così mi porto in un centro commerciale dove so esserci un ampio spaccio di cineserie, a breve devo far foto con delle modelle e volevo trovare qualcosa di fotogenico con cui vestirle. E’ un lunedì, quindi non propriamente il giorno dello shopping, è anche una delle ragioni per cui proprio quel giorno ho deciso di andare per negozi, tuttavia vedere quell'enorme parcheggio deserto mi ha rattristato. Di tutti i negozi che c’erano solo un paio sono ancora aperti: emporio di scarpe che a giudicare dai visitatori mi chiedo per quanto rimarrà attivo ancora: nell’enorme magazzino, dove migliaia di scarpe erano esposte, giravano solo tre potenziali clienti, il sottoscritto, che poi in effetti attirato dal prezzo di un paio di

scarponcini qualcosa ha acquistato, una mamma cinesina con una bambina che correva felice tra le corsie deserte, e un kosovaro (o etnia affine) che aveva acquistato un paio di minuscole scarpette da ginnastica per la nipotina. Tre clienti per almeno 4 commesse… nel periodo dei saldi! Centinaia di metri quadri da riscaldare. Il futuro di quel punto vendita credo sia segnato.

Sono poi entrato nel negozio di cineserie, dove a giudicare dall’ampliamento dello stesso lì le cose pare vadano meglio, almeno a livello di ragionamento: oltre ai soliti oggetti variegati che propongono, hanno abbattuto una parete e stavano allestendo una sorta di supermercato, con patatine, bibite e altri generi alimentari in esposizione, d'altra parte se è vero che anche la farina di insetti può essere venduta, da qualche parte qualcuno la dovrà pure esibire negli scaffali per l'acquisto... Datemi pure del razzista, ma i negozietti dove le eccellenze italiane venivano proposte, sono quasi tutti chiusi, ne rimane qualcuno in centro città, dove però i prezzi li rendono praticamente inaccessibili per la maggior parte degli italiani.

Torniamo al "vivace" negozio di cineserie dove nell’unica cassa aperta c’era un minimo di coda: una sudamericana, una ucraina (o etnica affine) e una coppia, mamma e figlia, italiana. Il sottoscritto se n'è uscito senza acquistare nulla. Esco e osservo quella distesa di parcheggi totalmente deserta. Siamo a Treviso, una delle eccellenze del ricco nord-est… Questa decadenza, la vedo solo io? Dove sta andando il mio paese? Sono convinto che nessuno, o quasi, stia raccontando del deserto ideologico, ancor prima che economico, che attanaglia il nostro paese. La guerra in Ucraina ora, il covid prima, sono sempre più convinto siano stati creati per fornire ai mezzi di distrazione argomenti utili per giustificare un declino che non può essere casuale; in economia quando qualcuno ci rimette, qualcun altro ci guadagna. 

E però l'economia parla anche del benessere (o del malessere) di una società, di una cultura, di un popolo…

Sono triste anche perché mi sento inutile, non sto facendo nulla per fermare questo declino. Sono triste perchè a volte pare a me di vederlo solo io questo declino, e mi sento solo. Sono triste perché la prossima settimana avrò sessant'anni, e già percepisco il mio personale e fisiologico declino. Sono triste perchè ,mi domando: "Se questo paese non lo aiuta la mia generazione, chi lo può aiutare"? Chi è più anziano di me? Improbabile! La cinesina che ho visto con la bimba...? Il kosovaro che ha speso meno di dieci euro per un paio di piccole scarpette? La sudamericana o l'ucraina che erano dai cinesi? Dai commenti che facevano mamma e figlia mi prendo l'arbitrio di escludere le due italiane che studiavano le cineserie. Oggi mi sento cattivo, però quelle mie due connazionali le vedo già pronte per ingurgitare la farina di grilli e cavallette... Fuori il cielo è grigio, ma il mio animo... pure!

Mirco Venzo, Treviso 24/01/2023 #qzone.it

Foto scattata il giorno delle riflessioni il 16 gennaio 2023 alle 16,44 nel parcheggio di cui ho scritto.

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