Sono seduto sul pullman che ci trasferisce da Agadir a Marrakech, costo della trasferta 11 Euro e stancamente osservo fuori dal finestrino. Non vi è molto da osservare, il territorio circostante è apparentemente monotono, qualche pianta che misteriosamente riesce a crescere nella pietraia, per il resto solo rocce e sassi. Ma sono proprio questi ultimi ad indurmi in una riflessione, una volta scoperto che l'autobus stava tagliando territori da sempre spopolati. Nei nostri territori, in Italia, l'uomo ha praticamente posto la sua mano in ogni singola zolla di terra, ha modificato il paesaggio, portato l'acqua dove non c'era, costruito case, terrapieni, terrazzi per coltivare e ha inserito piante di tutti i tipi ovunque. Ha portato animali… insomma, ogni singolo sasso nei millenni, è stato modificato, al contrario di molte delle pietre che mi circondavano.

E così mi sono a trovato a riflettere sulla storia che ognuno dei sassi che stavo osservando poteva aver avuto. Come aveva fatto ad arrivare sino a li? Quali forze potenti l'avevano generato e chi e come l'aveva spostato? Da quanto tempo quella pietra stava percorrendo il suo cammino e quanto tempo ancora gli riserva il destino prima di terminare il suo viaggio? La constatazione che le cose accadono anche senza una volontà umana, che anche le pietre si spostano e si modificano senza il nostro intervento, mi ha restituito alla mia effimera dimensione temporale. Quanto siamo presuntuosi, e quanto ci affanniamo per nulla. Il viaggio prosegue e una leggera sonnolenza mi avvolge, lascio da parte queste riflessioni indotte dal deserto e appoggio la testa al sedile di fronte. Marrakech è una città impegnativa e devo affrontarla lucido. Il pullman seguita la sua corsa, io mi faccio trasportare dal sonno, mentre quella miriade di pietre rimarrà li ancora per chissà quanto tempo.

Mirco Venzo, Marrakech 21/06/2016
Foto Franco Dal Col