Marco Fascina (rif 1) recupera un importante intervento alla Camera di Giuseppe Di Vittorio, sindacalista socialista della prima ora che divenne poi comunista. Me lo sono letto tutto (rif 2) e sono rimasto basito. La sintesi? Solo lo Stato è l’unico antidoto contro lo strapotere della grande finanza, e ridimensionare quest’ente che risponde al popolo in nome della pace futura, cosa tutta da dimostrare, è sempre una mossa sbagliata. Questo affermava il sindacalista quando in Parlamento si dibatteva della C.E.C.A., il primo germoglio dell’attuale Europa, nel 1952.
Prossimamente vedrò di illustrare in una serie di articoli come nasce il progetto europeo e qual è il lavoro preparatorio ben descritto dal libro Anschluss. L’annessione. L’unificazione della Germania e il futuro dell’Europa (Imprimatur, 2013; ed. ted. 2014, ed. franc. 2015) di Vladimiro Giacchè.
Cercherò di spiegare in una succesiva serie di articoli che cos’è il liberismo, in che consiste e come e perchè nasce questa filosofia, e vedrò di contrapporre alcune critiche a chi sostiene che lo Stato è “brutto e cattivo”. Non sosterrò che lo Stato è “bello e buono” ma spiegherò che cos’è il privato con alcuni esempi, anche personali, vissuti quando per gli imprenditori lavoravo e quando le loro aziende erano "vive". Questi i miei intenti futuri. Per ora Invito chi ha un po’ di tempo a leggere l’intervento di Di Vittorio, anche per illustrare che livello culturale e che piglio avessero i sindacalisti di una volta, oltre che per apprezzare l'attualità della sua analisi.
Un commento sulle elezioni francesi? Avevo anticipato che i transalpini, ideatori del progetto europeo, difficilmente ci avrebbero tirato fuori da questa trappola. La macerazione dell’Euro è evento certo, quando e chi porterà a termine la sua disgregazione per contro è molto difficile da scrivere, da ieri sappiamo solo non sarà una cosa prossima e non avverà per tramite della Marine Le Pen, o così, almeno pare.
Treviso, 08/05/2017 #qzone.
Nella foto dell'autore un maiale che sarà di lì a poco macellato. Il maiale è un animale simbolico che racconta di prosperità e di benessere, quello che caratterizzavano l'Europa. Poco dopo questo scatto, questo soggetto sarà solo un cadavere. Oggi il popolo europeo pare al fotografo/articolista equiparabile al suino, pronto per essere macellato, o come nel caso documentato, già dentro il processo che lo porterà a diventare carne macinata. Il maiale è anche un animale che ingoia di tutto, senza rifiutare nulla ed in cambio della sua totale disponibilità al padrone, fa la fine già descritta. Il porco da molto da mangiare, a chi lo macella. Maiale è un insulto che molti di destra davano a chi era di sinistra e molti di sinistra davano a chi era di destra. Si da del maiale a chi tradisce un gruppo, una causa, un ideale. Le simbologie non mancano e nell’articolo c'è da capire chi tradisce chi, e chi è maiale e perché. Sicuramente il popolo europeo, è ben identificabile con il suino. Va ricordato però che quando il padrone ha un attimo di mancamento, se per qualche ragione cade dentro la porcilaia, poco importa che abbia alimentato gli animali, che li abbia accuditi, puliti, curati, queste bestie che paiono docili si trasformano in un branco dalla ferocia inaudita e senza pietà faranno a gara l'un con l'altro per accaparrarsi ogni molecola del malcapitato. L'articolista si occupa di economia ed attualità, ma si reputa anche un artista, e l'arte si appropria della simbologia e della sua mutevole capacità di interpretazione. Al lettore decodificare la correta correlazione.
Rif 1 http://qzone.it/index.php/q-themes/marco-fascina...
Rif 2 http://legislature.camera.it/_dati/leg01/lavori/sten...
Rif 3 http://www.maurizioblondet.it/nato-partito-unico-d...