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20170416 VM Passeo para veneciaIl 21 Gennaio Qzone affrontava il tema del crescente autolesionismo giovanile (rif. 1), ritenendolo un importante segnale di malessere sociale. Ne individuava senza mezzi termini anche la causa: il sistema socio economico che impera ovunque, il liberismo. In questi giorni anche il quotidiano La Stampa affronta il tema (rif. 2), senza andare a cercare le cause del problema. Chi legge l’articolo o segue il video noterà che si racconta il fenomeno senza sforzarsi di individuare nessuna delle motivazioni che lo generano. Da parte mia invece, assumendomi il rischio di scrivere delle corbellerie, in questo articolo cercherò dei fili conduttori tra fenomeni apparentemente slegati.

I giovani si auto-infliggono dolore, senza contare coloro che anziché tagliuzzarsi o pungersi perseguono la strada dei suicidi. Se sono in molti a togliersi la vita per ragioni economiche tra i nostri connazionali adulti, e del fenomeno si fa di tutto per non parlarne, sono in molti a suicidarsi anche tra gli adolescenti: Umberto Galimberti afferma nel Bel Paese siano più di uno al giorno! Sono tanti. Parallelamente a questo fenomeno che coinvolge il mondo occidentale, notiamo essere in crescita anche il numero di attentati terroristi di matrice suicida, seppur questi abbiano come protagonisti per lo più abitanti di territori islamici.

A questo punto mi interrogo: ci sono possibili correlazioni tra la smania autopunitiva (e autodistruttiva) occidentale - rif 3 - e quella di origine medio orientale? A ben riflettere possiamo ritenere il terrorista come una persona che non teme il dolore, al pari del giovane disadattato europeo; o che non teme la morte, anzi la vede addirittura come una panacea, al pari dei suicida “nostrani”. Il ragionamento che voglio condividere con il lettore è il seguente: se sto bene, sono felice, appagato, non decido di votarmi alla causa del terrorismo suicida. Chi sta bene, la vita cerca di godersela. E’ chi sta male che cerca rifugio nel dolore (il dolore fisico in chi se lo auto infligge è un modo per sopperire al ben più caustico dolore psicologico, questo afferma Monbiot) o, peggio, nella morte.

Devono essere disagi molto profondi quelli che inducono a questi gesti. Però vi sono anche delle differenze tra il musulmano che si pone alla guida di un camion scagliandosi nella folla, e l’occidentale che si getta sotto un treno. Il primo ha un ideale da perseguire, mentre il secondo è, presumo, per mancanza di ideali che sceglie di uscire dal palcoscenico della vita. Oltre a ciò aggiungerei che anche le spinte sociali provenienti dalle differenti culture paiono a prima vista molto differenti. Se il liberismo ed il sistema capitalista e consumistico sono sicuramente fonte di disagio e caratterizzano il sistema occidentale, prima di Monbiot anche Karl Marx lo aveva evidenziato (rif. 4) la cosa a prima vista parrebbe da escludersi per i kamikaze musulmani. Si potrebbe pensare che quasi tutta l'area islamica non sia ancora stata intaccata dall'economia di mercato e dalle incongruenze del sistema capitalistico. E qui sta la mia considerazione: io non ne sono poi così sicuro e mi dissocio da questa percezione.

In un recente viaggio in Marocco, paese che si presenta come moderato, ho avuto chiara la sensazione che i disvalori occidentali si stiano infilando anche in quelle terre dove la religione ancora oggi fa da collante tra le persone. (Rif 5) Voglio qui confessare la mia matrice agnostica, giusto per dire che non ho certamente voglia di difendere la religione islamica quando per decenni ho criticato anche quella cristiana. Tuttavia se si vogliono comprendere le dinamiche sociali non si può prescindere da alcune considerazioni che entrano anche nel campo religioso. I valori islamici, e quindi religiosi, sono sotto feroce attacco da parte del mondo occidentale. E come non potrebbero esserlo? Quando i cartelloni pubblicitari ad Agadir mostrano un'immagine di donna moderna, cui tutti e tutte si devono ispirare, come colei che appare bella, sorridente e sensuale, mentre dialoga usando l’ultimo modello di smartphone, si ha un bel dire che tutto ciò non deve turbare chi è impregnato di valori religiosi locali.

Che cosa ha quel tipo di donna in comune con quella coranica? Non ha nulla! Se quello è un  riferimento, è chiaro che chi crede nei valori religiosi tradizionali si senta messo da parte con la forza, lui e i suoi valori, e veda come colpevole l’occidente, un ambiente geografico non meglio definibile. Merita sottolineatura come l’occidente, con i suoi valori diversi e con un’idea di economia diversa rispetto a quella dei Visir e dei bazar, c’è sempre stata, sin dai tempi della Serenissima. E però una stava al di qua del mediterraneo, l’altra stava al di la. Oggi per acquistare l’i.Phone di cui sopra, servono 400 dollari che sono più di una mensilità che il magrebino medio riesce a recuperare lavorando. La donna che vuole identificarsi nella figura delle pubblicità, mica può rimanere a casa ad aspettare il marito con il burka in testa. Deve andare al lavoro, deve guadagnare, deve essere libera di muoversi, in una parola deve diventare come quella che vede nei telefilm e nei film che anche in quei territori un po’ alla volta stanno modificando il modo di pensare. La donna musulmana si deve occidentalizzare! (Rif 6/7) Siamo proprio sicuri che noi occidentali siamo così neutrali nei confronti del mondo islamico? E non ho accennato ai bombardamenti che sono notizia di questi giorni, quelli effettuati con l’ordigno più potente di sempre, dopo quelli di Hiroshima e  Nagasaki.

E non accenno neppure al fatto che sono in molti a sospettare che l’ISIS sia stato ideato e armato da “noi” occidentali. Accenno però al fatto che a differenza di noi europei (anche se da quando vige l’era Euro questa affermazione può esser facilmente contraddetta) se la maggioranza della popolazione appoggia un suo leader, si chiami esso Ṣaddām Ḥusayn, Gheddafi  o Assad, poco gradito ai nostri leader, qualcuno si attiva per toglierlo dalle spese, preferibilmente in modo cruento, in nome per altro del buonismo e del pacifismo.

Uso il plurale considerandomi parte di chi questi fenomeni crea, anche se, al pari del lettore mica son io che ho deciso di inviare in Afganistan le nostre truppe, contraddicendo per altro la nostra Costituzione o mica ho applaudito il presidente Trump come ha fatto il Primo Ministro Gentiloni all’indomani dei recenti bombardamenti. Ciò che voglio dire è che gli occidentali stanno con forza negando ai musulmani, quel principio democratico che tanto, a parole, ci è caro. Ma sottolineo che queste intereferenze nascono a tutela di precisi interessi economici, interessi legati a temi quali petrolio e mercati. Ed ecco che sono arrivato al punto, il sistema economico che devasta le nostre vite, alla fine sta disturbando anche gli equilibri dei nostri vicini di casa che stanno reagendo.

A questo punto forse è il caso di fare autoanalisi, il modello occidentale, quello liberista, che vantaggi ci sta dando? I nostri giovani si stanno punendo senza saper perchè lo fanno, i nostri adulti spesso scelgono di suicidarsi, quando non si accontentano di vivere nella depressione, disturbo che gode di buona diffusione. Stiamo, in Europa, perdendo il diritto all'istruzione, alla sanità e sopratutto stiamo perdendo il lavoro il quale, se concesso, non è più degnamente rettribuito. Questo vuole il libero mercato, quel libero mercato che è all'origine anche del peggioramento ecologico planetario. (rif 8)

In tanti, troppi, ancora benedicono questo modello liberista considerato un fenomeno naturale, (rif 9) seguitando però attraverso trattati di ogni tipo e a normative che vengono chiamate "riforme" a modificare pesantemente la struttura giuridica per far si che quel fenomeno si realizzi concretamente (rif 10) entrando in palese contraddizione; se il fenomeno è naturale si verifica SENZA le riforme.

Io sostengo che il liberismo naturale non è; al contrario è una cosa di matrice umana, e come tutti i gesti umani è modificabile, se solo vi è la volontà. Seguitando su questo sentiero i disagi dei singoli individui e gli attriti tra le differenti società, saranno destinate ad implementarsi al pari della distruzione del pianeta in cui viviamo. Fine delle considerazioni.

Mirco Venzo, Treviso 14/04/2017 #qzone

Rif 1 http://qzone.it/index.php/q-themes/mirco-...
Rif 2 http://www.lastampa.it/2017/04/04/multim...
Rif 3 http://vocidallestero.it/2016/12/21/il-nuo...
Rif 4 http://www.qzone.it/index.php/q-themes/...
Rif 5 http://www.qzone.it/index.php/q-travels/...
Rif 6 http://www.qzone.it/index.php/q-themes...
Rif 7 http://www.qzone.it/index.php/q-themes...
Rif 8 http://www.qzone.it/index.php/articoli-ve...
Rif 9 http://qzone.it/index.php/q-economy/75...
Rif 10 http://www.qzone.it/index.php/q-them...

 

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